Con un drone hanno tentato di portare nel carcere di BENEVENTO droga e cellulari, ma l’operazione è stata sventata dalla Polizia penitenziaria. E’ accaduto nella notte, secondo quanto riferisce il segretario regionale campano di Asppe confederata Consipe, Luigi Castaldo. Gli agenti, che hanno avvistato il drone, a seguito di una perquisizione straordinaria hanno trovato sei smartphone, quattro microtelefonini e un grosso quantitativo di sostanza stupefacente. Secondo Castaldo “purtroppo nonostante l’inasprimento delle pene relative all’introduzione e al possesso di materiali e sostanze non autorizzate all’interno di un penitenziario, il business gestito dalla criminalità non ha remore, mentre per qualcuno la presenza di droni è un miraggio”.
Per il segretario generale Asppe confederata Consipe Claudio Marcangeli, “mentre qualcuno si preoccupa di dignità dei ristretti, di trattamento, di torture e di come ampliare i benefici per la popolazione detenuta, la criminalità non perde tempo ed investe in tecnologia per i propri fini illeciti in barba ad un sistema penitenziario che fa acqua da tutte le parti”.
Per i due sindacalisti Asppe “urge un efficace e lungimirante piano organizzativo del sistema penitenziario che metta in primo piano il benessere del personale di polizia penitenziaria. Come sempre – concludono – il nostro plauso va alle donne ed agli uomini del Corpo di Polizia penitenziaria che ogni giorno, nonostante tutto, espletano
con alto senso del dovere e spirito di sacrificio il proprio mandato istituzionale”.
Una importante operazione di servizio condotta dal Reparto di Polizia Penitenziaria del carcere napoletano di BENEVENTO ripropone l’allarme lanciato mesi fa dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE sull’uso, da parte della criminalità, di droni per fare pervenire nelle strutture detentive telefonini e droga. La denuncia è di Giuseppe Cimino, Consigliere nazionale per la Campania del SAPPE, che da notizia di quanto avvenuto nelle ultime ore. Il sindacalista evidenzia che il personale di Polizia Penitenziaria di Benevento “nel corso della nottata, dopo che un poliziotto di servizio ha sentito l’inconfondibile rumore di un drone in volo, il personale di Polizia, dopo avere esperito tutte le procedure previste, ha provveduto ad effettuare una perquisizione che ha permesso il sequestro di sei smartphone, quattro micro cellulari e della sostanza stupefacente”.
Il Segretario Generale SAPPE Donato Capece commenta che questo ultimo evento “conferma tutte le ipotesi investigative circa l’ormai conclamato fenomeno di traffico illecito a mezzo droni, fenomeno questo favorito anche dalla libertà di movimento dei detenuti a seguito del regime custodiale aperto e delle criticità operative attuali, in cui opera la Polizia Penitenziaria, con dei livelli minimi di sicurezza. Si pensi, ad esempio, al grave evento critico di Frosinone, avvenuto tempo fa, ove fece ingresso in Istituto una pistola con le stesse modalità. Il compiacimento del SAPPE va al personale del Reparto di Polizia Penitenziario di Benevento”.
Ferma la denuncia del SAPPE: “I droni, se da un lato hanno grandi possibilità di sviluppo, comportano, però, anche innumerevoli questioni in termini di privacy e di sicurezza, in quanto per la loro natura si prestano ad essere impiegati in diverse attività illecite. Con riferimento alla sicurezza negli Istituti penitenziari, è dal 2015 che abbiamo denunciato l’introduzione illecita di sostanze stupefacenti, e di oggetti comunque non consentiti, all’interno degli Istituti penitenziari, mediante appunto l’utilizzo dei droni. Pensiamo cosa potrebbe accadere se un drone riuscisse a trasportare esplosivo o armi dentro a un carcere, come per altro è successo alcuni mesi fa in quello di Frosinone quando un detenuto prese in ostaggio il personale di Polizia con una pistola giunta col drone… Io credo che la Polizia Penitenziaria debba disporre di un Nucleo di poliziotti penitenziari specializzati ed esperti nell’utilizzo e nella gestione dei droni sia in ottica preventiva che dissuasiva dei fenomeni di violazione degli spazi penitenziari o di introduzione di materiale illecito di qualsiasi natura. Per altro i droni si prestano bene alla ricognizione delle aree vicine ad un carcere e possono fornire valido aiuto: pensiamo, ad esempio, in caso di evasione giacché consentono velocemente di rilevare e monitorare ampi spazi senza essere visti. Ovviamente al drone si devono accompagnare strumenti di ultima generazione, ad esempio software in grado di utilizzare i frame dei video mandati alle centrali operative e, soprattutto, una formazione specializzata per il personale.”