Il Gip del Tribunale di Benevento, accogliendo la richiesta della Preocura della Repubblica, ha disposto il sequestro dell’area dell’ex Inps di via Calandra a Benevento. Una vicenda, quella del palazzo dell’INPS, che riscosse particolare clamore vista la premura con la quale si procedette all’abbattimento, nel marzo del 2020, dello stabile in pieno lockdown. Dovette intervenire lo stesso sindaco Mastella che dispose la sospensione di quelle oiperazioni ritenendo che l’inizio dei lavori “fosse in contrasto con la situazione emergenziale in atto.”
Ora arriva il provvedimento di sequestro preventivo che è stato emesso nell’ambito di procedimento penale che vede indagati il procuratore speciale e i due amministratori della società proprietaria perché, in concorso tra loro, e nella qualità di committenti, avviavano, abusivamente, lavori per la costruzione di due blocchi: l’uno residenziale, composto da n. 60 alloggi distribuiti per 5 piani fuori terra, comprensivi di esercizi commerciali suddivisi in 12 unità e di 61 box auto oltre i locali tecnici e di 46 posti auto scoperti; l’altro commerciale composto da due strutture di vendita, procedendo alla demolizione del complesso immobiliare esistente in via Calandra dove erano ubicati gli uffici della Direzione Provinciale INPS
Secondo gli investigatori gli indagati avrebbero agito in dispregio della normativa del Piano Casa, ex art. 7 co. 5 L.R. n. 19/2009, che subordina la sostituzione al mantenimento della volumetria esistente, avendo invece il progetto autorizzato una volumetria superiore. Bisogna però ripercorrere in sintesi la genesi di tutta questa vicenda dai lati non propriamente chiari. Si parte dalla cessione del palazzo da parte dell’INPS ad una società di cartolarizzazione, la Investire SGR, proprietaria anche dello stabile di via Bologna, sede attuale del Corpo della Guardia di Finanza.
Altrabenevento ne ricostruisce con dovizia i particolari e appura che la vendita pone l’INPS come affittuario del bene di cui era proprietario, fino al trasferimento a via Martiri d’Ungheria avvenuto nel maggio del 2016. Di quello stabile si interessa l’Asl di Benevento che intende trasferirvi alcuni uffici, tra cui quelli di Via Mascellaro, per liberarsi di un fitto ingente, 550mila euro annui.
La trattativa lunga e complessa, basata sul prezzo di partenza di 3mln di euro, non si concretizza ed è qui che entra in scena Carbet, la società italo-venezuelana con capitale a 12mila Euro intestata in parti eguali al duo Oliviero-Marquez Serrano. Carbet compra a 1,8 mln di euro il palazzo che era stato valutato 3 e ottiene il permeso di costruire con una convenzione firmata dal procuratore speciale Romaniello e il dirigente all’Urbanistica del Comune di Benevento Iadicicco. Il permesso a costruire sarebbe dovuto rientrare nell’ambito del Piano Casa, proprio quello di cui la Procura oggi contesta sostanzialmente l’aggiramento.
Il comunicato della Procura
comunicato stampa – 12 gennaio 2023