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È morto Gerardo Bianco, storico esponente della DC

È morto Gerardo Bianco, storico esponente della DC

1 Dicembre 2022 | by redazione Labtv
È morto Gerardo Bianco, storico esponente della DC
Cronaca
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E’ morto all’età di 91 anni Gerardo Bianco, storico esponente della Democrazia Cristiana, e successivamente del Partito Popolare Italiano (di cui è stato segretario e presidente) e della Margherita. Era nato a Guardia Lombardi, in provincia di Avellino, il 12 settembre 1931.

Deputato dal 1968 al 2008 in 9 legislature, 7 delle quali dal 1968 al 1994 con la Democrazia Cristiana . Inizialmente vicino alla corrente della DC “Base”, composta prevalentemente da avellinesi e guidata da Fiorentino Sullo prima e Ciriaco De Mita dopo, se ne allontana nel 1978 per avvicinarsi a quella guidata da Carlo Donat-Cattin prima e Franco Marini dopo. Capogruppo a Montecitorio della DC nel corso della VIII legislatura, dal 1979 al 1983.

Vicepresidente della Camera dal 1987 fino al 1990, quando divenne Ministro della pubblica istruzione (fino a marzo ’91) nel sesto governo Andreotti. Dal 1992 al 1994 ha presieduto nuovamente il gruppo della DC alla Camera. Personaggio di indiscussa moralità, è sempre stato considerato nell’ambiente parlamentare un uomo di cultura prestato alla politica. Nel 1994, in seguito alla fine della DC, e sostanzialmente di quella che è stata definita la prima repubblica, a seguito l’inchiesta di Mani pulite, aderisce al nuovo Partito Popolare (PPI) di Mino Martinazzoli e viene eletto Europarlamentare a Strasburgo.

Nel 1995 si schiera contro la virata a destra di Rocco Buttiglione, divenuto nel frattempo segretario. Così Bianco raccoglie intorno a sé una parte del centro e tutta la sinistra del partito, ottenendo la bocciatura della decisione del segretario dall’assemblea nazionale. La frattura tra le due anime del partito, guidate da Buttiglione e Bianco, non si ricompose più, tanto che alle elezioni
regionali esse parteciparono separatamente: l’ala del partito fedele alla linea conservatrice sociale d presentò le liste comuni con Forza Italia e CCD in tutte le 15 regioni chiamate al voto, con la denominazione di “Forza Italia – il Polo Popolare”, mentre quella cristiano sociale guidata da Bianco si presentò con proprie liste (in Toscana e nel Lazio assieme al Patto dei Democratici) alleate col centro-sinistra (tranne nelle Marche e in Campania dove sostenne propri candidati alla presidenza della Il 24 giugno 1995, a seguito di mesi e mesi di vertenze giudiziarie, venne finalmente raggiunta un’intesa tra le due componenti che facevano capo a Buttiglione e Bianco nel PPI: si sarebbero separati, dove quella di Bianco conserva il nome del partito (Partito Popolare Italiano) mentre quella di Buttiglione mantenne il simbolo storico (lo scudo crociato), con il quale a luglio diede vita ai Cristiani Democratici Uniti.

Bianco ha guidato il partito per tre anni, contribuendo in maniera determinante alla nascita dell’Ulivo e all’arrivo del cattolico Romano Prodi a Palazzo Chigi. Dopo quelle elezioni politiche del 1996, a gennaio del ’97 lascia la segreteria del PPI e viene nominato presidente del partito, carica che ha ricoperto fino al 2 ottobre 1999. Alle elezioni politiche del 2001 si ricandida alla Camera, e
viene rieletto deputato nella circoscrizione Campania 1. È stato direttore del quotidiano Il Popolo, organo ufficiale della Democrazia Cristiana prima e del Partito Popolare Italiano
poi.

Nel 2002 è uno dei principali rappresentanti della correntecontraria alla continuazione dell’attività politica all’internode La Margherita di Francesco Rutelli.A novembre 2004 fonda, insieme ai parlamentari Alberto Monticonee Lino Duilio, il movimento Italia Popolare – Movimento perl’Europa, che, pur non essendo un partito, si propone di ridare una autonoma presenza organizzata ai cattolici democratici in Italia per non disperdere e mantenere viva l’anima ideologica che fu del PPI.

Alle elezioni politiche del 2006 viene rieletto alla Camera nelle liste dell’Ulivo (La Margherita con i Democratici di Sinistra di Piero Fassino), per poi comunicare alle camere (il 15 febbraio 2008) di non aderire al PD e di passare al gruppo misto. Successivamente, con il suo movimento Italia Popolare, e insieme a Savino Pezzotta e Bruno Tabacci, dà vita al progetto centrista della Rosa per l’Italia, partito svincolato dai poli e di ispirazione cattolica. Da sempre grande studioso, latinista, considerato grande meridionalista, è stato anche condirettore della Enciclopedia oraziana presso l’Istituto della Enciclopedia Italiana.

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