Importante operazione di servizio della Polizia Penitenziaria di BENEVENTO che, a seguito dell’allertamento di un poliziotto penitenziario in servizio che ha avvistato un drone mentre lasciava un pacchetto alla finestra di una cella, ha sequestrato telefoni cellulari e sostanza stupefacente destinati ad un ristretto della Casa circondariale. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, per voce del dirigente Giuseppe Cimino.
Il sindacalista spiega che il personale di Polizia Penitenziaria di Benevento “ha stroncato tempestivamente la circolazione di sostanze stupefacenti e di telefoni cellulari nell’istituto di pena beneventano. Uno dei poliziotti penitenziari di servizio ha infatti visto, nella notte, un drone che lasciava un pacchetto alla finestra della cella. La successiva perquisizione straordinaria rinveniva ben sei smartphone, due micro cellulari e svariate SIM e oltre 350 grammi di hashish. Il detenuto è stato sottoposto in regime di isolamento e denunciato alle autorità. Vengono così confermate tutte le ipotesi investigative circa l’ormai conclamato fenomeno di traffico illecito a mezzo droni, fenomeno questo favorito anche dalla libertà di movimento dei detenuti a seguito del regime custodiale aperto e delle criticità operative attuali, in cui opera la Polizia Penitenziaria, con dei livelli minimi di sicurezza. Si pensi, ad esempio, al grave evento critico di Frosinone, avvenuto tempo fa, ove fece ingresso in Istituto una pistola con le stesse modalità. Il compiacimento del SAPPE va al personale del Reparto di Polizia Penitenziario di Benevento”.
Ferma la denuncia di Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “I droni, se da un lato hanno grandi possibilità di sviluppo, comportano, però, anche innumerevoli questioni in termini di privacy e di sicurezza, in quanto per la loro natura si prestano ad essere impiegati in diverse attività illecite. Con riferimento alla sicurezza negli Istituti penitenziari, è dal 2015 che abbiamo denunciato l’introduzione illecita di sostanze stupefacenti, e di oggetti comunque non consentiti, all’interno degli Istituti penitenziari, mediante appunto l’utilizzo dei droni. Pensiamo cosa potrebbe accadere se un drone riuscisse a trasportare esplosivo o armi dentro a un carcere, come per altro è successo alcuni mesi fa in quello di Frosinone quando un detenuto prese in ostaggio il personale di Polizia con una pistola giunta col drone… Io credo che la Polizia Penitenziaria debba disporre di un Nucleo di poliziotti penitenziari specializzati ed esperti nell’utilizzo e nella gestione dei droni sia in ottica preventiva che dissuasiva dei fenomeni di violazione degli spazi penitenziari o di introduzione di materiale illecito di qualsiasi natura. Per altro i droni si prestano bene alla ricognizione delle aree vicine ad un carcere e possono fornire valido aiuto: pensiamo, ad esempio, in caso di evasione giacché consentono velocemente di rilevare e monitorare ampi spazi senza essere visti. Ovviamente al drone si devono accompagnare strumenti di ultima generazione, ad esempio software in grado di utilizzare i frame dei video mandati alle centrali operative e, soprattutto, una formazione specializzata per il personale.”