Si allunga la scia di morte degli ex operai dell’Isochimica di Borgo Ferrovia ad Avellino. La 35esima vittima dell’amianto respirato senza protezioni mentre si scoibentava l’eternit dalle carrozze dei treni si chiama Rosario Angellotti. Assunto giovanissimo nell’azienda di Elio Graziano che dall’inizio degli anni ’80 per una decina d’anni ha avuto migliaia di commesse dalle Ferrovie dello Stato, Angellotti, partenopeo ma con amici e radici anche in Irpinia, dopo la chiusura dell’opificio aveva ripreso gli studi e si era laureato in ingegneria. La malattia lo aveva colpito già da molto tempo, tanto è vero che nel 2014 l’Inail gli ha riconosciuto la contrazione dell’asbestosi, patologia dovuta alla prolungata esposizione all’amianto. È morto a 60 anni, lasciando la moglie e due figli. I funerali si terranno sabato alle ore 10 a Pompei, nella chiesa del Sacro Cuore in via Colle San Bartolomeo.
“È un altro collega – affermano i sui ex compagni di lavoro su facebook – che si va ad aggiungere, inesorabilmente, a quella lista nefasta. Colleghi morti perché esposti all’amianto, una mattanza consumatosi nei capannoni dell’Isochimica, dove è stata fatta la più grande bonifica dalle Ferrovie dello Stato. Dentro quelle mura, tra rotaie e vagoni, siamo stati profanati del bene più prezioso che possedevamo: la vita”.
E ancora aggiunge un altro ex operaio sul profilo del Comitato di Lotta ex Isochimica “Sembra che, a detta del sindaco, quell’area diventerà un sito fieristico. Per noi non è altro che un sacrario, dove saremo ricordati il 28 Aprile in occasione della “Giornata Nazionale Delle Vittime dell’Amianto “.
Commosso il segretario Provinciale di Rifondazione comunista, Tony Della Pia, sempre tra i più attivi nella battaglia di giustizia e verità sulla fabbrica dei veleni: “Un altro operaio ex Isochimica – afferma – è morto per mesotelioma pleurico. Sono assalito dalla rabbia per l’ingiustizia che questi lavoratori hanno subito e continuano a subire, solo perché, i potenti, nella fattispecie le ex ferrovie dello stato, hanno la copertura politica ed istituzionale e quindi si permettono di sbattere in faccia a questa gente tutta la loro arroganza. Un paese che non difende le donne e gli uomini che muoiono per guadagnare un pezzo di pane mentre i padroni incamerano profitti è’ un paese vergognosamente incivile. A nome mio e di Rifondazione comunista porgo commosse condoglianze alla famiglia, agli amici ed agli ex compagni di lavoro”.