(alca) – La Prima sezione del Tribunale amministrativo regionale della Campania ha respinto il ricorso presentato lo scorso settembre dal Comune di Solofra che chiedeva l’annullamento della rimodulazione dell’offerta assistenziale contenuta nell’atto aziendale dell’Azienda Ospedaliera “Moscati” approvato dalla stessa giunta regionale. Con questo provvedimento si disponeva, in sostanza, la soppressione del Pronto Soccorso, e la cancellazione dei reparti di Ostetricia-Ginecologia e Pediatria nella struttura conciaria satellite nell’ambito del dea di II livello. Tre le conseguenze rispetto alle quali in primis il sindaco Michele Vignola, attraverso l’istanza, ma anche amministratori del territorio e associazioni si sono opposti, organizzando anche proteste e manifestazioni sostenute dalla cittadinanza. Per il Tar, però, la scelta di effettuare questi cambiamenti nell’ottica di un servizio di assistenza unitario nell’ambito della stessa Azienda ospedaliera si fonda su motivazioni valide.
Per il Comune, invece, il pronto soccorso andava a servire un bacino di 100mila abitanti e faceva registrare oltre 20.000 accessi all’anno, e la distanza con il Pronto Soccorso di Avellino è sì di 15,7 km ma la chiusura dell’Emergenza al “Landolfi” ingolferebbe quella del capoluogo. Sempre secondo il ricorrente non ci sarebbero neanche le ragioni per chiudere l’Ostetricia-Ginecologia, e di conseguenza la Pediatria, visto che nel primo reparto nel 2019 ci sono stati 498 parti su una soglia minima prevista dalla legge di 500 e che l’anno successivo la riduzione è stata dovuta solo alla riconversione dell’ospedale per affrontare i pazienti Covid.
Non la pensa così il Tar che sul Pronto soccorso ha sottolineato che fanno fede gli accessi appropriati che sono 12.500, molto al di sotto della soglia minima prefissata, e i 28 comuni del bacino possono raggiungere il “Moscati” in un massimo di 34 minuti e non certo in un’ora che è il requisito della percorrenza da non superare. Infine, sul numero dei parti, oltre ad essere inferiori dal 2020 in poi, fanno registrare anche troppi cesarei, altro fattore da non violare. Dunque, estromessi dal giudizio gli intervenienti ad adiuvandum del Comune di Avellino, della Filctem-Cgil di Avellino e del Consorzio Solofra Depurazione, il Tribunale amministrativo di Napoli, rigetta l’istanza. La Camera di Consiglio si era svolta lo scorso 9 marzo ma solo oggi è stata resa nota la decisione da parte dei giudici Vincenzo Salomone, presidente, Gianmario Palliggiano, consigliere ed estensore, e Domenico De Falco, primo referendario. Rispetto alla sentenza il direttore generale dell’Azienda Moscati Renato Pizzuti ha subito dichiarato che è stato sempre “fiducioso sull’epilogo del procedimento” e che “la revisione della riorganizzazione del plesso solofrano migliorerà l’assistenza erogata dall’azienda nella sua interezza”.