La vicenda del piccolo Gabriel, il neonato di 5 mesi morto tragicamente lo scorso 28 gennaio all’Ospedale Santobono di Napoli in seguito alle conseguenze di un trauma cranico. Un caso ancora tutto da chiarire, che vede al centro della scena come indagati la coppia di zii che condividevano l’appartamento con la famiglia del piccolo, e la stessa madre, ai tre viene attribuita l’accusa di ipotesi di omicidio volontario.Un atto dovuto, afferma l’avvocato Antonio Leone.mentre il padre del bambino e la nonna paterna compaiono nella vicenda come parti offese e sono assistiti dall’avvocato Vincenzo Sguera. Intanto le indagini vanno avanti, per cercare la verità. Verità e piste che potrebbero essere rintracciate anche attraverso le conversazioni e le chat recuperate dai cellulari, che sono stati sequestrati alla mamma, alla zia (sorella di quest’ultima) e allo zio. I dispositivi sono stati portati via in seguito al decreto firmato dal sostituto procuratore Maria Gabriella Di Lauro. Nella storia, che si profila sempre più triste, ci sono poi le vicende collaterali che sottolineano ancora una volta di come una tragedia così grave possa causare un effetto a catena nella vita di chi rimane, come la sorellina di 4 anni del piccolo Gabriel, che il Tribunale dei minori di Napoli, la settimana scorsa ha allontanato dalla madre e affidato ad auna casa famiglia. Anche questo un atto dovuto per tutelare eventualmente l’incolumità della bambina, decisione però impugnata dall’Avvocato Leone, che proprio per tutelare la salute psicofisica della minore spinge affinchè venga affidata ad una persona di riferimento del nucleo familiare.