“Siamo profondamente addolorati per la tragica morte del signor Luciano Romagnuolo, trovato privo di vita questa mattina. E’ un dramma che sconvolge l’intera comunità. In questo momento prevalgono sentimenti di dolore e vicinanza ai familiari, sottolineando che il Comune da anni si è occupato del signor Luciano, alla luce della complicata situazione che viveva e di un trascorso già complesso”. Così il sindaco di Avellino, Gianluca Festa che aggiunge: “Attraverso i servizi sociali sono state compiute una serie di azioni per cercare di aiutarlo. Per ricordare le ultime, è opportuno evidenziare che Luciano Romagnuolo nei mesi scorsi era stato indirizzato verso un percorso terapeutico di recupero presso una comunità in due occasioni. Nel luglio dello scorso anno, venne accompagnato dai Servizi Sociali del Comune presso il centro vaccinale e successivamente, con l’ausilio della Polizia Municipale in comunità (“Il Camino Monte Faito”). Poi, però, dopo circa 3 mesi decise di lasciare la comunità e di tornare ad Avellino. Fu così ospitato presso il dormitorio Caritas e orientato dai Servizi Sociali per il ripristino dei documenti (tessera del reddito di cittadinanza, carta d’identità, tessera sanitaria, accesso alle cure sanitarie)”. Il sindaco Festa ricorda, inoltre, che “i servizi sociali si prodigarono per individuare un’abitazione attraverso contatti con numerose agenzie immobiliari, garantendo anche un sostegno per i canoni di affitto, tramite il 5×1000. Ci fu, altresì, un ricorso al giudice tutelare del Tribunale di Avellino per la nomina di un amministratore di sostegno, anche se questa richiesta non è mai stata riscontrata”. L’attività dei Servizi Sociali è proseguita ancora. “Il 7 gennaio scorso, in seguito all’intervento della Polizia Municipale e del 118, gli assistenti sociali – spiega ancora il sindaco Festa – si recarono in via Mancini per appurare le sue condizioni, dopo alcune segnalazioni. Al medico presente all’intervento fu chiesto di programmare una permanenza ospedaliera in un reparto adatto alla patologia psichiatrica e di determinare le “dimissioni protette” per favorire un collocamento in una struttura idonea. Ma il giorno successivo, a seguito di numerose telefonate all’azienda ospedaliera Moscati, appurarono che Luciano Romagnuolo era stato dimesso dal pronto soccorso. Il resto, purtroppo, è storia nota. Ho voluto evidenziare alcune tappe salienti del percorso di assistenza solo per evitare speculazioni nei confronti dei servizi sociali e del Comune e per tutelare il grande lavoro che ogni giorno compiono con grande impegno tutti gli operatori sociali”.