Si è autoinferto tagli sugli avambracci e alla gola con il coperchio di una scatoletta di tonno e solo il rapido intervento degli agenti di polizia penitenziaria ha impedito che le ferite potessero sfociare in conseguenze ben più serie. Grave atto di autolesionismo quello che si è consumato oggi nel carcere di Bellizzi ad Avellino ad opera di Giovanni Limata, il 23enne di Cervinara che lo scorso aprile ha ucciso a coltellate il 53enne Aldo Gioia, padre della sua fidanzata Elena, anche lei detenuta presso la casa circondariale del capoluogo irpino. Il ragazzo è stato fermato in tempo prima che potesse andare oltre nei suoi intenti autolesionistici, probabilmente causati da un momento di sconforto, e subito accompagnato in ospedale per le cure del caso. Poi il ritorno in carcere, dove è sorvegliato a vista. Mercoledì la nuova udienza del processo che vede alla sbarra anche la fidanzata, complice del delitto.