Una lettera dal carcere per chiedere aiuto e per smentire la versione circolata finora, secondo cui Giovanni Limata avrebbe voluto uccidere, dopo Aldo Gioia, anche la moglie Liana Ferraiolo e la sorella di Elena, la sua fidanzata. Un particolare che ha rivelato proprio la madre della 18enne in carcere dal 23 aprile scorso con Giovanni Limata, per l’omicidio del 53enne che aveva tentato piu’ volte di contrastare quella relazione. Liana Ferraiolo, nel processo che vede imputati i due giovani di omicidio volontario premeditato in concorso, ha testimoniato proprio per chiarire il rapporto
con il 23enne di Cervinara, che dal carcere le ha chiesto di aiutarlo a incontrare proprio Elena. “Ci minacciava con messaggi e telefonate”, ha detto ai giudici della corte di Assise di AVELLINO. “E mia figlia era cambiata profondamente da quando stava con lui – ha raccontato – Abbiamo accompagnato Elena piu’ volte a Cervinara ma abbiamo scoperto che Giovanni spesso dormiva nel nostro garage per frequentarla”. Un rapporto tormentato che andava avanti da poco meno di due anni. La famiglia di Elena Gioia si e’ costituita parte civile contro il giovane, ma non contro la ragazza, che ritengono plagiata da Limata.