Corruzione, turbata libertà degli incanti, emissione di fatture per operazioni inesistenti ed illeciti in materia di responsabilità amministrativa da reato delle società e degli enti. Con questi capi di imputazione il Gip presso il Tribunale di Benevento ha dato mandato alle richieste della Procura della Repubblica a carico di quattro persone nell’ambito di una inchiesta, chiusa il 31 marzo scorso, su di un giro di tangenti per appalti stradali che ha visto coinvolti anche altri soggetti non resi noti dalle autorità competenti. Tra i quattro arestati figura Fulvio Rillo, amministratore di fatto di società gestite formalmente anche da altri membri della propria famiglia, operanti prevalentemente nel settore della costruzione e/o manutenzione di infrastrutture stradali; Antonio Bargone, presidente di SAT, società concessionaria di una tratta autostradale dell’A12 e partecipata al 99,% da Autostrade per l’Italia S.p.a., già Sottosegretario di Stato per i lavori pubblici dal 1996 al 2001 all’epoca dell’Ulivo in quota DS. Gli altri due arrestati sono Giampaolo Venturi e Vincenzo Voci. L’operazione, condotta dalla Guardia di Finanza di Benevento e durata un anno circa, ha portato in emersione una ragnatela assai sofisticata di malaffare e corruzione ad altissimi livelli con il coinvolgimento di alti dirigenti di imprese pubbliche e imprenditori e al sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di somme di denaro per complessivi 64.128,00. Gli investigatori parlano di un RTI, raggruppamento temporaneo di impresa, composto da soggetti della provincia di Benevento e di una tangente da complessivi 460mila euro per l’aggiudicazione di una procedura di gara indetta da ASPI volta a pilotare l’assegnazione della gara d’appalto bandita da Autostrade per l’Italia per le tratte autostradali della DT6 di Cassino – Lotto 7 – per un valore di € 76.500.000,00. Il lotto sarebbe stato aggiudicato con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa a danno di due imprese napoletane che si erano aggiudicate l’appalto ma che successivi interventi di Aspi dirottavano in direzione delle imprese sannite per le quali la Procura ipotizza il reato di corruzione. Nella mattinata odierna sono state eseguite anche altre numerose perquisizioni presso le sedi delle società facenti parte del RTI aggiudicatario dell’appalto pilotato.