Sfilano davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Avellino gli agenti di polizia che lo scorso 23 aprile sono intervenuti sul luogo dell’accoltellamento di Aldo Gioia, il 53enne dipendente dell’ex Fca poi deceduto all’ospedale Moscati, ucciso con 14 fendenti da Giovanni Limata, 23enne di Cervinara, fidanzato della figlia diciottenne Elena. Il capo della Squadra Mobile Gianluca Aurilia, l’ispettore Alfredo Genovese, l’agente Stefano Lippiello e i colleghi della Sezione Volanti, Antonio Gaglione e Luigi Pepe, hanno raccontato la scena che si è aperta davanti ai loro occhi al quinto piano dell’abitazione della vittima di corso Vittorio Emanuele al civico 253 e le prime indagini espletate. L’uomo era seduto sul divano sanguinante e l’altra figlia, Emilia, cercava di tamponare le ferite con una tovaglia: è sicuramente questa l’immagine più forte descritta, quella della disperazione, del primo soccorso al papà dopo le urla, in attesa dell’arrivo del 118 chiamato dalla moglie Liana Ferrajolo. Mentre Elena, complice del ragazzo, era seduta in disparte. In aula era presente solo Limata, Elena a quanto pare non ha partecipato per una indisposizione fisica. Ripercorsi anche i momenti del ritrovamento nei garage della giacca del ragazzo, con dentro la tessera sanitaria e il fodero del coltello. Oltre a un boxer. Indumento probabilmente legato alla fuga che i due fidanzati avevano progettato dopo la pianificata strage familiare, fortunatamente fermatasi al 53enne. Il pm Vincenzo Russo ha fatto acquisire agli atti anche le immagini delle telecamere del negozio adiacente il palazzo, Brums, e annunciato i prossimi testi: il medico legale che ha eseguito l’autopsia Carmen Sementa e proprio la moglie e l’altra figlia del 53enne. Gli avvocati difensori del ragazzo, Fabio Russo e Kalpana Marro, invece, hanno sollevato un’eccezione sull’acquisizione delle intercettazioni telefoniche avvenute in carcere a Bellizzi, nei confronti del loro cliente, considerando l’iter di urgenza inusuale. L’avvocato di Elena, Livia Rossi, infine, ha fatto constatare che la sua cliente era sì in disparte ma nello stesso ambiente dell’appartamento di cui fa parte il salotto, drammatica scena del crimine.
Presenti anche i legali di parte civile, Francesca Sartori per la signora Ferrajolo, e Brigida Cesta per i fratelli di Aldo, Giancarlo e Gaetano Gioia. Il presidente della Corte, il giudice Pierpaolo Calabrese, ha fissato la prossima udienza al 22 dicembre. In quell’occasione si programmerà anche quando ascoltare i consulenti di parte ai quali sarà affidata una perizia psichiatrica sugli imputati.