È iniziato questa mattina, davanti alla Corte d’Assise di Avellino, presidente il giudice Lucio Galeota, il processo per l’omicidio di Aldo Gioia, avvenuto nella notte tra il 23 e 24 aprile scorsi. Presenti in aula i due imputati: i fidanzati Elena Gioia, figlia della vittima, che ha lasciato la porta di casa aperta per fare entrare il ragazzo, Giovanni Limata, appunto, che introdottosi nell’appartamento della famiglia di Corso Vittorio Emanuele, ha materialmente ucciso il 53enne dipendente dell’ex Fca, sferrandogli nel sonno 14 coltellate. L’udienza è servita a formalizzare le costituzioni di parte civile, l’ammissione dei testi e richieste diverse sulla condizione psichiatrica della 18enne avellinese, che presenterebbe alcune patologie cliniche, e del 23enne di Cervinara, in base ai certificati affetto da disturbo delirante. In via preliminare l’avvocato di Elena, Livia Rossi, del foro di Roma, ha chiesto di espungere la parte della relazione della polizia giudiziaria non descrittiva ma rilevante commenti personali non utilizzabili ai fini dibattimentali. Ha poi annunciato una consulenza psichiatrica, da parte del professore Stefano Ferracuti, dell’Università La Sapienza di Roma, e si è riservata una probabile perizia, da effettuare, eventualmente, a processo in corso. Mentre il pm Vincenzo Russo ha chiesto l’ammissione dei testi, un testimone e sei agenti della Squadra Mobile che dal primo momento ha svolto le indagini, una conversazione relativa al Limata in carcere registrata attraverso un’intercettazione ambientale, la consulenza del medico legale Carmen Sementa, e i messaggi estrapolati, a norma di legge, dalla chat dei due fidanzati dove è emerso il piano ordito per sterminare la famiglia Gioia. Dal canto suo, l’avvocato Fabio Russo, difensore di Limata insieme alla collega Kalpana Marro, invece, ha presentato una perizia psichiatrica già effettuata dal dottor Alessandro Cianniello, e nominato consulente di parte Angelo Martini.
Per quanto riguarda le costituzioni di parte civile, la mamma e la sorella di Elena, Liana Ferrajolo e Emilia Gioia, rappresentate dall’avvocato Francesca Sartori, hanno proceduto solo nei confronti del Limata. Mentre i fratelli del 53enne ucciso, Giancarlo e Gaetano Gioia, assistiti dall’avvocato Brigida Cesta, si sono costituiti contro entrambi gli imputati.
La prossima udienza è fissata per il 24 novembre. Saranno ascoltati dal pm gli agenti di polizia che hanno svolto le indagini, anche stamane presenti in aula. Poi toccherà all’avvocato Rossi che chiamerà le amiche e due professoresse del liceo frequentato dalla sua assistita.