C’è anche il nome del presidente di Confindustria Avellino, Emilio De Vizia, nell’inchiesta condotta dalla Procura di Benevento in relazione ai lavori di bonifica di una discarica a Palmentata conclusi nel 2018. Un fulmine a ciel sereno a via Palatucci, anche perché una delle prime disposizioni rispetto all’attività investigativa è stata l’applicazione nei suoi confronti della misura cautelare dell’interdizione dall’esercizio delle attività imprenditoriali per 12 mesi. Cosa che, per il codice etico, imporrebbe un passo indietro rispetto al ruolo occupato nell’associazione. Lo stesso vertice degli industriali irpini, però, da almeno un anno e mezzo non ricopre più nessuna carica nel gruppo societario della sua famiglia. Insomma, al di là del provvedimento, l’attività d’indagine non lo riguarderebbe direttamente, anche nel sequestro dei fondi dell’impresa, non essendo coinvolto nella gestione amministrativa. Le contestazioni sollevate dai magistrati sono relative ad una fase in cui De Vizia ha firmato da procuratore e consigliere del cda della De Vizia Transfer spa alcuni atti che i dirigenti gli avevano sottoposto. Intanto, però, a funzionari e tecnici del Comune di Sant’Agata de’ Goti, così come allo stesso Emilio De Vizia e al padre Vincenzo, secondo quanto riportato da “Il Mattino”, sarebbero stati sequestrati beni per un valore di 1 milione e 400mila euro. Il consiglio direttivo di Confindustria convocato questa mattina, intanto, ha congelato ogni azione in attesa che l’inchiesta chiarisca alcuni aspetti importanti in merito alle responsabilità. Al momento, dunque, corpo unico, al fianco del presidente.
