Giornata storica per il processo sull’ex Isochimica di Borgo Ferrovia. Dopo 5 ore di requisitoria, nell’aula bunker di Poggioreale davanti al collegio presieduto dal giudice Sonia Matarazzo, il pm Roberto Patscot, preceduto da un intervento del Procuratore facente funzioni Vincenzo D’Onofrio che ha reso omaggio al lavoro svolto dall’ex procuratore Rosario Cantelmo, ha chiesto complessivamente condanne per 100 anni di reclusione nei confronti dei 27 imputati. Per la prima volta a quarant’anni dalla chiusura della fabbrica dei veleni, il procedimento si avvicina ad una conclusione. Finalmente, verrebbe da dire, soprattutto in memoria dei 31 operai che scoibentavano dall’amianto le carrozze ferroviarie e che negli anni si sono ammalati e poi morti. Deceduto, nel marzo 2017 all’età di 85 anni, anche il patron Elio Graziano, ex presidente dell’Avellino Calcio, e principale imputato, per gli altri accusati dei reati più gravi, e cioè omicidio plurimo colposo e lesioni gravissime ai danni degli operai della fabbrica e dei loro colleghi morti nel corso degli anni, le richieste più dure: 10 anni di reclusione a testa per i suoi collaboratori, Vincenzo De Luca e Pasquale Izzo, e per i quattro funzionari di Ferrovie dello Stato, oggi in pensione, Aldo Serio, Giovanni Notarangelo, Mauro Finocchi e Silvano Caroti.
Il resto sono imprenditori, amministratori ed ex funzionari di Asl e Comune di Avellino. Oltre all’ex sindaco del capoluogo Paolo Foti, per il quale sono stati chiesti 6 mesi, per omissione di atti d’ufficio per non aver provveduto nei tempi dell’urgenza alla bonifica del sito.