Da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale. Nell’udienza di convalida dell’arresto, svolta presso il carcere di Bellizzi, Marco Della Vecchia, presunto assassino del fratello Antonello, ottiene dal gip di Avellino, Paolo Cassano, la derubricazione del reato per il quale è indagato dalla Procura del capoluogo irpino. Fondamentale nella decisione del giudice per le indagini preliminari sono state le prime risultanza sull’autopsia del 29enne morto all’alba di lunedì mentre veniva trasportato all’ospedale di Sant’Angelo dei Lombardi per una ferita che gli aveva reciso l’arteria femorale. Un incidente, secondo il fratello 31enne che aveva avuto un violento litigio con lui al piano terra della villetta di contrada Procisa Vecchia a Lioni, dove entrambi vivevano con i genitori. In pratica, l’idea che si sarebbe fatto il medico legale, Elena Picciocchi, esaminando il corpo combacia con quella del perito di parte, Aldo D’Andrea, nominato dalla famiglia proprio per assistere all’esame autoptico, e va nella direzione della non volontarietà del fendente. Circostanza diversa, però, rispetto alla versione dei fatti raccontata per tre volte da Marco che ha sempre parlato di tragico incidente e nella sua ricostruzione dell’episodio ha dichiarato che il coltello che ha reciso la grossa vena sulla coscia lo aveva in mano proprio il fratello durante l’alterco sviluppatosi quando lui è rincasato alle 4 del mattino.
Di fronte a queste prime, parziali, conclusioni, Marco Della Vecchia ha lasciato la casa circondariale ed è agli arresti domiciliari, nonostante il sostituto procuratore Maria Teresa Venezia aveva richiesto comunque la detenzione in carcere restando dell’opinione che si tratti di omicidio volontario (nella foto, da sinistra Marco e Antonello Della Vecchia).