Totò e la sua banda degli onesti solo un divertito ricordo di falsari de noantri. Quello che i Carabinieri del Comando Antisofisticazione Monetaria di Roma e i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Benevento hanno inferto all’organizzazione principe della falsificazione di banconote a livello internazionale è uno di quei colpi ferali capaci di annientare l’attività criminosa di un cartello criminale come Napoli Group. O quanto meno di depotenziarlo sensibilmente. L’operazione è stata denominata Nerone e per gli investigatori, coordinati dalla Procura della Repubblica di Benevento, un’attività di intelligence partita nell’ottobre del 2017 e concomitante col sequestro di banconote contraffatte da 50 euro compiuto a Benevento. Da qui un filone di inchiesta ad altssima professionalità che ha allargato a mezza Europa le indagini e condotto dritto alle responsabilità di un 69enne beneventano, tale Franco Domenico De Iasio, un vero asso della falsificazione, detto “il barone”. Attorno a lui uno stuolo di abilissimi professionisti del crimine capaci di riprodurre banconote vicinissime, per qualità di fattezze, a quelle emesse dalla BCE. Una organizzazione che poggiava su basi di relazioni fiduciarie tra i propri adepti e operante anche in Francia e Belgio. Quarantaquattro le persone indagate, 7 in carcere, 28 ai domiciliari, 8 obblighi di dimora e una persona obbligata a presentarsi agli organi di polizia giudiziaria. Per tutti l’accusa è quella dell’associazione per delinquere finalizzata alla produzione e al traffico di monete false. Ingente il sequestro: cinquanta appartamenti, otto locali commerciali, due terreni, dieci società operanti in vari settori, dodici auto di grossa cilindrata e una lussuosa imbarcazione da diporto. Il tutto per un valore complessivo du otto mln di euro.
Parrallelemente all’in chiesta principale, i Carabinieri hanno anche smantellato un traffico di stupefacenti in particolare hashish, marjuana e anfetamine.
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