Le indagini che hanno investito Gesesa e alcuni amminisatratori pubblici e che hanno condotto a ben 33 avvisi di garanzia e al sequestro di 12 impianti di depurazione. I capi di accusa che la Procura ha ipotizzato son o tanti e tutti di estrema gravità. Altrabenevento, da sempre assai critica circa il comportamento di Gesesa, analizza questo passaggiuo che, se confermato, farebbe emergere un quadro inquietante in riferimento alle politiche “di espansione” di Gesesa e delle proprie aspirazioni. Gesesa ma non soltanto. Nell’inchiesta ci finiscono anche società private, laboratori di analisi come Tecnobios che Altrabenevento sottolinea in modo accurato e che avrebbe prodotto “certificati di analisi omissivi per evitare alla Ge.Se.Sa. S.p.A., i controlli e le sanzioni previste nel caso di accertata ecotossicità. L’analisi delle conversazioni telefoniche intercettate ha fatto emergere la palese “complicità” esistente tra elementi rappresentativi della Ge.Se.Sa. S.p.A e del laboratorio privato di analisi cui la predetta società affidava le analisi dei campioni”. Altrabenevento prosegue. “GeSeSa gestisce a Benevento anche il servizio idrico oggetto di molte documentate critiche di Altrabenevento, soprattutto per la fornitura di acqua prelevata da pozzi contaminati da tetracloroetilene. Anche in quella occasione i vertici di Gesesa, il sindaco Mastella e il laboratorio Tecnobios, sostenuti dal “coro del tuttapposto” delle autorità di controllo, hanno risposto annunciando le solite denunce per procurato allarme e diffamazione a nostro carico. L’associazione estende il raggio d’azione anche alla gestione del servizio idrico. “Speriamo che insieme all’indagine ancora in corso per la depurazione delle acque reflue si concluda presto anche quella relativa alla gestione del servizio idrico, l’uso dei pozzi contaminati e anch’essi privi di autorizzazione, i lavori per l’attivazione dei pozzi di San Salvatore Telesino per la sostituzione dell’acqua proveniente dal Biferno”.