Ennesima giornata di “passione” per i poliziotti penitenziari del carcere minorile di Airola, che si sono trovati ieri a gestire l’ennesima situazione ad alto rischio per le violente intemperanze di un detenuto napoletano, da giorni responsabile di gravi eventi critici nel penitenziario di corso Montella.
“Siamo alle solite. Protagonista è sempre lo stesso detenuto napoletano che è arrivato nel carcere minorile di Airola dopo essere stato, in quello di Nisida, tra i promotori di una spedizione punitiva verso altri ristretti, aveva aggredito e minacciato di morte i nostri Agenti”, denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria, per voce del vice responsabile regionale del settore minorile Sabatino De Rosa. “Non so se tutta questa violenza ed aggressività del detenuto nasce dalla volontà di essere trasferito in un altro carcere, magari del Nord Italia, ma la situazione sta diventando ogni giorno sempre più pericolosa. Ieri è successo che pretendeva un cambio di cella, come se un carcere fosse un albergo nel quale puoi cambiare stanza quando vuoi e per il quale non vi erano le condizioni per farlo, e per protesta ha preso e scaricato un intero estintore nell’area dedicata ai corsi scolastici, alla presenza di altri detenuti e personale civile. Poi ha ribaltato una scrivania e con una sedia ha tentato di sfondare i vetri delle porte che chiudono le aule. Insomma, una situazione ad altissima tensione gestita comunque al meglio dalla Polizia Penitenziaria che riusciva a contenere questa aggressività. Due poliziotti sono rimasti intossicati dalle polveri dell’estintore e contusi dalla concitazione, il più grave con una prognosi di venti giorni. A loro va tutta la solidarietà del SAPPE ma siamo pronti a scendere in piazza a protestare contro la mancanza si adeguati provvedimenti ministeriali verso chi in carcere pone in essere comportamenti violenti e aggressivi contro la Polizia Penitenziaria. Basta!”.
Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, “le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, ben 5mila in meno rispetto all’organico previsto, finanziando gli interventi per potenziare i livelli di sicurezza delle carceri. Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunchè. Non ci si ostini a vedere le carceri con l’occhio deformato dalle preconcette impostazioni ideologiche, che vogliono rappresentare una situazione di normalità che non c’è affatto. Gli Agenti di Polizia Penitenziaria devono andare al lavoro con la garanzia di non essere insultati, offesi o – peggio da una parte di popolazione detenuta che non ha alcun ritegno ad alterare in ogni modo la sicurezza e l’ordine interno. Non dimentichiamo che contiamo ogni giorno gravi eventi critici, episodi che vengono incomprensibilmente sottovalutati dall’Amministrazione Penitenziaria e dalla Giustizia minorile e di Comunità. Riteniamo per tanto che la grave situazione in cui versano le carceri italiane imponga un’inversione di marcia da parte del vertice politico e amministrativo del Ministero della Giustizia e più in generale del governo”.