Nuovo clan Partenio, un altro arresto da parte dei carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Avellino. Questa volta a finire in manette è stato il geometra Renato Freda, 37enne di Prata Principato Ultra. Mentre a Nicola Galdieri 44enne di Mercogliano e fratello di Pasquale, presunto boss dell’organizzazione criminale nata sulle ceneri del clan per anni guidato dai cugini Amedeo e Modestino Genovese, è stata notificata l’ordinanza nel carcere di Tolmezzo, in provincia di Udine, dove è attualmente detenuto. Per Freda, invece, si sono aperte le porte della casa circondariale di Bellizzi.
L’operazione è un’appendice di quella scattata lo scorso 14 ottobre, quando vennero eseguiti 23 arresti, di cui 5 ai domiciliari, e già sequestrate le ditte edili facenti capo al 37enne ma, sostanzialmente, gestite dal Galdieri. Per Freda e Galdieri i reati contestati sono di associazione a delinquere di stampo camorristico, concorso in intestazione fittizia di beni riconducibili allo stesso clan e riciclaggio. In particolare, proprio attraverso le due imprese NiRe srl e GaFre srl avrebbero cercato di eludere misure patrimoniali e, soprattutto, di entrare in alcuni appalti pubblici. Tra gli altri, dei lavori di carpenteria sull’autostrada A16 nel tratto Avellino-Benevento, attraverso un subappalto, mai concretizzato, richiesto ad un’altra ditta, e alcune opere in Alta Irpinia, come la riqualificazione del castello di Bagnoli.
I due indagati erano già finiti nel decreto di sequestro dello stesso gip Fabrizio Finamore, accusati di trasferimento fraudolento di valori. Dunque, questo filone d’indagine conferma l’interesse del gruppo criminale non solo per le aste giudiziarie ma anche sugli appalti.
Intanto, ha destato scalpore in città la revoca della Scia per un bar di via Carducci, sempre riconducibile alla famiglia Forte-Ciccone, che segue la chiusura amministrativa del ristorante It’s Ok, avvenuta per ben due volte consecutive, il Pomodoro collegato all’imprenditore Sergio Galluccio e due garage, un’autorimessa privata a via Dalmazia e l’area di sosta coperta dell’ex Ipercoop, a causa delle frequentazioni di personaggi ritenuti vicini alla criminalità organizzata locale.