Uccisero a colpi di fucile un loro complice e diedero fuoco al cadavere. Per quel delitto Paolo Spitaletta, 51 anni, di Tocco Caudio e’ stato condannato a 30 anni di reclusione, mentre Pierluigi Rotondi, 31 anni, di Tufara, dovra’
scontare 18 anni di carcere. Lo ha deciso il gup del tribunale di Benevento, Francesca Telaro, nel processo con rito abbreviato perl’omicidio del 26enne Valentino Improta, di Montesarchio. Il suo corpo fu trovato carbonizzato all’interno della Fiat Punto intestata alla madre in una piazzola di sosta nei pressi di un’area pic nic sul Monte Taburno, nel territorio di Tocco Caudio. Improta fu identificato a partire dall’auto. Era scomparso da casa da due giorni e il 4 maggio 2018 fu trovato il suo cadavere. Il 26enne era indagato per la rapina avvenuta alcune settimane prima a Montesarchio, ai
danni di due anziani, fratello e sorella, che furono selvaggiamente picchiati. L’uomo mori’ in seguito alle percosse e Improta temeva di finire in carcere. Minaccio’ cosi’ Spitaletta di rivelare tutto della rapina se non lo avesse aiutato economicamente. La promessa di dargli soldi fu l’esca che attiro’ Improta sul monte Taburno in un posto
diverso da dove fu poi incendiata l’auto. Spitaleta lo uccise con due colpi di fucile alla nuca, dopo averlo fatto inginocchiare, e diede fuoco all’auto con il corpo all’interno. Rotondi avrebbe preso Spitaletta in una localita’ diversa per fuggire. Il pm Assunta Tilloaveva chiesto la condanna all’ergastolo per Spitaletta e 20 anni di reclusione per Rotondi.