La tristezza che si mescola alla rabbia, la storia che si ripete a Tufara Valle. La notizia della morte di Maurizio D’Avola, il 48enne investito da un’auto lungo l’Appia, ha colpito un’intera comunità che conosceva bene il commerciante, proprietario da anni di un negozio di biciclette, distante pochi passi dal luogo dove si è verificato l’impatto mortale. E’ l’Appia che nonostante il suo fascino dettato dalla storia infinita, oggi come nel recente passato passa alla cronaca per notizie come quella di ieri. “Strada poco sicura e istituzioni assenti”: ripetono come un mantra i cittadini di Tufara, paese “conteso” tra cinque comuni, ma unito nel dire basta alle vittime della strada. E cosi ieri in massa si sono riuniti nella sala adiacente la chiesa della Madonna del Carmine e in coro chiedono misure concrete e un reale interessamento delle istituzioni
Intanto è stato deferito in stato di libertà il 69enne originario di Bucciano alla guida della fiat. La sua auto è sotto sequestro, già nella giornata di ieri è stato sottoposto agli esami alcolemici e tossicologici i cui risultati sono negativi. Il corpo di Maurizio, invece, si trova all’ospedale San Pio di Benevento a disposizione dell’autorità giudiziaria
Il verbale dell’assemblea
Una larga rappresentanza della cittadinanza locale ha partecipato nella serata odierna alla libera riunione parrocchiale, allestita con il passaparola, presso la Sala Parrocchiale della Chiesa Madonna del Carmine di Tufara Valle.
L’incontro di riflessione è scaturito a seguito dell’ennesima vittima della strada, il sig. Maurizio D’Avola, cittadino di Montesarchio che svolgeva la sua attività di lavoro nella zona alta del nostro paese e che in mattinata ha perso beffardamente la vita dopo essere stato investito da un’autovettura in transito sull’Appia.
“L’indignazione della gente -ha spiegato padre Albert Mwise nella sua nota introduttiva- è forte e incontenibile. Non se ne può più di queste tragedie della strada, dei pericoli e delle ansie quotidiane vissute della gente. Siete venuti qui spontaneamente, senza essere stati convocati e questo è il segno del nostro sdegno per quello che accade su una strada che dovrebbe unire e non esacerbare gli animi. Ascolteremo le vostre riflessioni sul tema, la eventuali proposte per garantire una maggiore sicurezza stradale e poi prenderemo le giuste iniziative per impegnare gli organi preposti”.
A seguire ha preso la parola la dott.ssa Maria Letizia D’Orsi, magistrato presso il Tribunale di Benevento e tra le più attive promotrici dell’iniziativa.
“Basta con queste continue ed assurde morti sull’Appia e con il rischio quotidiano di trovarsi coinvolti in incidenti stradali, in pieno centro del paese. Io non so specificamente quali possano essere le misure deterrenti per dare a Tufara Valle maggiore sicurezza stradale, ma sicuramente occorre fare gruppo per farsi sentire da istituzioni e poteri pubblici che hanno giurisdizione sul territorio”.
E’ intervenuto poi il geom. Antonio Parente, che ha evidenziato le maggiori criticità della strada Appia nel paese e gli interventi più urgenti da adottare per arginare i rischi quotidiani derivanti da alti volumi di traffico, ma anche da imprudenza e sconsideratezza di taluni automobilisti. Ha suggerito l’installazione di un Tutor che controlli la velocità media degli attraversamenti dei veicoli sul nostro territorio (almeno da Trepponti a Tressanti) e, compatibilmente con le esigenze di circolazione stradale, una maggiore regolamentazione del traffico attraverso la costruzione di Rotatorie agli svincoli per Pannarano e Ceppaloni”.
E’ stata la volta dell’avv. Massimo Cosenza di Montesarchio, che ha condiviso pienamente l’idea del Tutor e dell’adozione di altre misure che abbiano funzioni di moderazione e snellimento del traffico, come la predisposizione di nuovi passaggi pedonali e il potenziamento della cartellonistica segnaletica.
E’ intervenuto poi il dott. Federico Zollo, giornalista, che dopo un breve excursus sui morti ammazzati di cui si è resa protagonista l’Appia in questi decenni, con veicoli impazziti piombati persino nelle abitazioni, ha posto l’attenzione sulla superficialità con cui i comuni aventi giurisdizione su Tufara Valle (ben cinque) amministrano la sicurezza stradale negli ambiti di competenza.
L’Appia nel tratto considerato, pur battuta ogni anno da centinaia e centinaia di pattuglie di polizia stradale, carabinieri, polizia municipale, non ha una corrispondente attenzione sul piano della sicurezza stradale. L’attività di contrasto alla inosservanza del codice della strada, soprattutto quella sanzionata dagli agenti municipali, genera proventi non trascurabili per i comuni, ma quasi nulla viene destinato alla sicurezza stradale. Il Comune di San Martino è, in questo senso, in prima linea: tanti incassi e, semmai, impianto di pubblica illuminazione lungo la discesa di Sferracavallo, puntualmente spento.
A seguire ci sono stati altri brevi interventi e spunti di riflessione, non meno importanti e che tuttavia riportiamo sinteticamente per comprensibili motivi di spazio.
Vincenzo Francesca, ha spiegato come a suo tempo, consigliere al Comune di San Martino V.C., si è attivato per l’installazione di autovelox sull’Appia a Tufara per limitare la velocità nel centro abitato. Ha condiviso inoltre le iniziative per le costruzione di due rotatorie agli svincoli di Pannarano e Ceppaloni.
Geppino Russo, già assessore al Comune di Ceppaloni, ha parlato di “… paese in lutto permanente, domandando e domandandosi se ricorrono gli estremi per aprire un fascicolo di inchiesta contro l’Anas, gestore del tratto di strada incriminato per la scarsa attenzione riservata alla pericolosità della strada in questione”.
La cittadina Rita Cantone, sempre attiva nelle problematiche comunitarie, ha sottolineato come, a seguito del rinvenimento della carcassa di cane morto e la gestione del relativo intervento richiesto, i comuni si sono preoccupati di verificare rigorosamente la competenza territoriale, in una sorta di classico scaricabarile. Lo stesso discorso si verifica per la sicurezza stradale a Tufara Valle.
Mimmo Cantone, ex dell’amministrazione comunale di Roccabascerana, ha suggerito di chiedere all’Anas di farsi carico di tutti i problemi della pericolosità dell’Appia, gestendo segnaletica stradale, marciapiedi, dissuasori, e addebitare successivamente l’onere economico ai Comuni di giurisdizione.
A conclusione, don Albert Mwise ha comunicato che chiederà alla famiglia dello sfortunato Maurizio D’Avola di far svolgere i funerali del loro congiunto proprio a Tufara, con la Santa Messa celebrata dall’Arcivescovo Acrocca. Questo al fine di richiamare l’attenzione della gente e delle istituzioni sul problema della sicurezza stradale, dopo quest’ultimo doloroso sacrificio.
Ha promosso inoltre la costituzione di un gruppo operativo a cui hanno dato la loro adesione 11 cittadini:
Questo gruppo si impegnerà a aprire un confronto con le Amministrazioni locali, l’Anas ed altri interlocutori pubblici per adottare tutte le misure necessarie a mettere sotto tutela la viabilità a Tufara Valle. Per l’eventuale Messa o altra manifestazione pubblica sarà adottato uno slogan per ricordare il sacrificio di Maurizio e la futura difesa della vita sull’Appia a Tufara Valle.