“Grave pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica”. Questo il motivo per il quale, dopo due diverse note della Prefettura, il Comune di Avellino, attraverso i vigili urbani, ha consegnato i provvedimenti di chiusura per due ristoranti e un parcheggio firmati dal dirigente del Settore Attività Produttive, Vincenzo Lissa. Si tratta del ristorante pizzeria It’s Ok, situato all’incrocio tra via Morelli e Silvati e Rione Aversa, di proprietà della famiglia di Ciro Ciccone, della pizzeria Pomodoro, che si trova in via Largo Ferriera, della famiglia dell’imprenditore Sergio Galluccio, e dell’autorimessa a servizio dell’Ipercoop di via Pescatori, sempre gestita da una società cooperativa che fa capo a quest’ultimo.
Nei primi due casi l’atto riporta la revoca della Scia (Segnalazione certificato di inizio attività) per l’attività di somministrazione di alimenti e bevande, mentre nel terzo quella della gestione del garage a servizio dell’ipermercato.
La procedura è uno sviluppo dell’attività istruttoria avviata da parte del prefetto Maria Tirone, uno dei suoi ultimi atti adottati ad Avellino prima del trasferimento a Roma. Le note, infatti, sono state firmate il 14 e il 18 novembre scorsi.
Le motivazioni alla base del provvedimento non sono state ancora ufficializzate. Evidente, però, il collegamento con le recenti azioni intimidatorie subite dai titolari delle attività e, probabilmente, con le indagini della Dda sul nuovo clan Partenio e il filone delle aste giudiziaria pilotate.
Ciro Ciccone, infatti, è il marito di Livia Forte, attualmente indagata proprio per il sistema smascherato dagli inquirenti partenopei sulla turbativa degli incanti al Tribunale di Avellino. La scorsa estate al figlio, invece, fu incendiata l’auto.
Mentre Sergio Galluccio è l’imprenditore al quale nella notte tra il 21 e il 22 settembre ignoti fecero scoppiare un ordigno rudimentale nella sua macchina da pochi minuti parcheggiata sotto la sua abitazione. Era la stessa notte in cui qualcuno ha sparato nelle auto di Damiano Genovese e dei suoi familiari.
Contro le chiusure i titolari delle 3 attività faranno certamente ricorso al Tar.