Il delitto Tornatore avvenuto due anni fa a Contrada ed una serie di episodi di usura ed estorsione registrati tra Monteforte, Serino, Montoro e Solofra, e persino a Montella. Da questi episodi sono partite le indagini relative a quello che viene definito il nuovo clan Partenio che si starebbe riorganizzando per riconquistare il suo territorio tra Avellino e il suo Hinterland. Ma questa è solo la punta dell’iceberg di quanto emerge dal nuovo dossier della Procura Nazionale Antimafia sull’Irpinia, ex isola felice, dove sarebbe stato sancito un patto tra clan e stabilire, così, il controllo sul Vallo di Lauro e il Nolano.
Ricco capitolo sulla provincia avellinese nella relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia guidata da Federico Cafiero De Raho. Nel dossier si parla dell’ascesa, dopo alcune scarcerazioni eccellenti, della famiglia Graziano, che ha stretto alleanze con alcuni gruppi criminali operanti nella zona per ottenere il dominio incontrastato dell’area che va tra la zona Sud-Est della provincia di Napoli e arriva, appunto, a Nola e al Vallo di Lauro, approfittando del ridimensionamento dei clan camorristi dei Russo, Fabbrocino, Di Domenico e Nino-Pianese causato dall’azione di forze dell’ordine e magistratura. L’obiettivo dell’organizzazione, oltre ai traffici di droga, sarebbe anche quello di infiltrarsi in alcune amministrazioni comunali per il controllo degli appalti.
Assolutamente non sopita, poi, risulterebbe la faida tra i Graziano e i rivali storici dei Cava, anche loro operanti sul territorio.
Infine, nella stessa relazione, ampio spazio a Domenico Pagnozzi, detto o’ professore, il boss proveniente dalla Valle Caudina e detenuto in regime di 41 bis, considerato tra i più importanti in Campania, perché capace di intessere rapporti con i casalesi e controllare un’area che da San Martino si estende alla Telesina, Montesarchio, Airola, e l’area del Taburno, grazie a gruppi satelliti del sodalizio, ma ha addirittura importanti proiezioni su Roma, dove è collegato con il potente clan Senese. Del resto nel processo “camorra Capitale”, o’ professore è stato condannato a 30 anni di reclusione dalla V sezione penale del Tribunale di Roma.