Resta in carcere l’uomo che lo scorso 23 agosto ha fatto esplodere un ordigno artigianale nell’atrio del palazzo Arcivescovile di Avellino. L’imputato alla presenza degli avvocati Nicola D’Archi e Nello Pizza è stato interrogato in carcere, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere.I legali hanno chiesto che l’uomo venisse trasferito in una struttura di recupero. Si tratta di una persona di 49 anni,senza fissa dimora con una personalità borderline che nell’azione dimostrativa contro la Caritas di Avellino ha evidentemente espresso una rabbia incontrollata che si è tradotta in un attentato contro le istituzioni. Tre le esplosioni che si sono verificate all’interno del palazzo vescovile in piazza della Libertà in cui sono rimasti feriti il direttore della Caritas diocesana Carlo Mele, un vigile urbano ed un passante che ha subito ustioni al volto nel tentativo di domare le fiamme prima del boato. L’ordigno era costituito da tre bombole di gas da campeggio che N.L. (queste le iniziali dell’uomo) aveva prontamente organizzato in uno scatolone pronte per essere esplose. Non sono ancora chiare le motivazioni del gesto, l’uomo, pregiudicato era un ospite fisso della mensa dei poveri e pare che prima dell’attentato avesse avuto un alterco con i responsabili del centro di ascolto.