Bisognerà attendere il prossimo 22 maggio, 4 giorni prima delle elezioni, per sapere se l’ex sindaco di Avellino, Paolo Foti, e i componenti della sua prima giunta comunale saranno rinviati a giudizio nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura sul bilancio consuntivo 2013. Con il primo cittadino del capoluogo irpino rischiano un processo Caterina Barra, Nunzio Cignarella, Giuseppe Ruberto, Angelina Spagnuolo, Roberto Vanacore, Lucia Vietri e Annarita Marchitiello. Indagati anche il ragioniere capo Gianluigi Marotta e i vecchi componenti del collegio dei Revisori: Antonio Savino, Ottavio Barretta e Antonio Pellegrino.
Stamane, davanti al gup del Tribunale di Avellino, gli interventi dei penalisti Pizza, Bergamino, Di Maio, Tecce, Benigni e Vespucci. Nella prossima udienza preliminare, sarà la volta degli avvocati Danna e De Beaumont.
In base alle indagini degli inquirenti, nel 2014, lo stesso dirigente Marotta avrebbe attestato in maniera falsa alcuni dati relativi alle condizioni economiche e finanziarie del Comune di Avellino. Omettendo di specificare che a carico di Palazzo di Città c’erano anche procedure esecutive e pignoramenti oltre il limite dello 0,5% delle spese correnti. Questo avrebbe impedito di dichiarare il Comune ente strutturalmente deficitario.
E i conti, appare evidente, con il passare degli anni sono emersi in tutta la loro drammaticità. Tanto è vero che la triade commissariale ha annunciato l’avvio della procedura di pre-dissesto alzando quasi al massimo i tributi locali, aumentando il ticket di mensa e scuolabus e allargando le aree di sosta a pagamento con il costo maggiore.
