Tutta l’Irpinia piange Giuseppe Zamberletti, il padre della protezione civile che fu commissario straordinario per il drammatico terremoto che sconvolse la provincia di Avellino, parte della Basilicata e del salernitano il 23 novembre del 1980. Zamberletti era malato da tempo. Ricoverato in ospedale, è morto ieri nella sua Varese dove domani, alle 10.30, nella Basilica di San Vittore, si svolgeranno i funerali di Stato.
Per gli irpini il ricordo di Zamberletti è legato in maniera indelebile al suo attivismo dopo la tragedia che sconvolse questa terra 38 anni fa. Tra i soccorsi e l’avvio della ricostruzione, fu capace di organizzare una macchina di aiuti e interventi su un territorio vastissimo, con un’area terremotata che si allargò da 316 a 643 comuni coinvolti. Ma, soprattutto, riuscì a creare una rete per l’emergenza e a mettere a disposizione dei senza tetto 25mila casette in 7 mesi, senza sfollare la popolazione. Un’impresa storica.
È stata una persona attiva e fattiva che badava al sodo e aveva sempre il polso della situazione. Così lo ricordano i politici irpini, da Ciriaco De Mita a Nicola Mancino, a Rosetta D’Amelio. Del resto tutti, a partire dai sindaci, già allora, in quella fase difficile, gli hanno sempre riconosciuto una grande capacità operativa e decisione nel guidare i soccorsi. Così nel 1981 verrà incaricato dal presidente della Repubblica, Sandro Pertini, di predisporre, quale alto commissario, gli strumenti organizzativi della nuova protezione civile, e nel 1982, nominato Ministro per il coordinamento della protezione civile, diventa il Capo del Dipartimento appena creato. E anche da quel ruolo restò per anni accanto alle necessità di una intera comunità.
Per questo la gratitudine dell’Irpinia nei confronti Giuseppe Zamberletti resterà per sempre scolpita nella mente, nel cuore e nei ricordi della gente. Domani a Sant’Angelo dei Lombardi sarà proclamato il lutto cittadino.