Questa mattina i carabinieri della Stazione di Avellino hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare, emessa dal G.I.P. del locale Tribunale su richiesta della Procura, nei confronti di tre avellinesi, di età compresa tra i 38 ed i 52 anni, tutti gravati da specifici precedenti di polizia, ritenuti responsabili del reato di furto aggravato.
L’importante attività operativa denominata “Save the city”, coordinata dall’Autorità Giudiziaria, ha inferto un altro duro colpo alla criminalità predatoria in Irpinia.
L’indagine trae origine da una denuncia sporta nel novembre del 2018 relativa ad un furto in abitazione avvenuto in nottata, verso le ore 02.00: mentre i proprietari riposavano, i ladri, dopo essersi introdotti mediante forzatura della porta del garage, accedevano all’interno dell’appartamento, riuscendo ad asportare denaro contante, carte di credito e documenti vari.
Il sopralluogo effettuato da personale specializzato dell’Arma, metteva in luce varie tracce, correlate ad altri analoghi episodi successivamente denunciati, riconducibili agli stessi autori.
Lo sviluppo di fonti di intelligence, l’acquisizione di utili informazioni, dei filmati estratti dal sistema di videosorveglianza a infrarossi dell’abitazione e di quelli di tutta la zona nonché l’analisi degli elementi raccolti sia con sofisticate attrezzature tecniche che con metodi classici di appostamento, di osservazione, di pedinamento, permetteva di accertare la responsabilità dei tre soggetti, indagati per vari furti perpetrati in abitazioni non solo nel capoluogo irpino.
Per eludere i controlli delle Forze dell’Ordine i malviventi erano soliti utilizzare veicoli a noleggio che di volta in volta venivano rimpiazzati.
Ricostruito anche il “modus operandi”: i malviventi, individuato l’obiettivo da colpire e valutato il momento propizio, decidevano di mettere a segno il furto (perpetrato solitamente in orario notturno); e mentre l’autista rimaneva all’esterno, fungendo quindi da “palo” al fine di avvisare in caso di eventuali imprevisti, dopo aver forzato porte o finestre penetravano all’interno delle abitazioni e le svaligiavano.
Per evitare di essere identificati, gli indagati erano soliti travisarsi ed indossare guanti.
I ladri durante i loro raid non disdegnavano di prelevare telefonini, computer portatili oltre a oggetti preziosi e bancomat.
Tra i furti messi a segno dalla banda ad Avellino anche quello commesso lo scorso mese di novembre presso la sede dell’Associazione culturale denominata “La Casa sulla Roccia”: nella circostanza venivano rubati oggetti e denaro contante per un totale complessivo di circa 3.500 euro.
Rintracciati e condotti in Caserma, dopo le formalità di rito i tre arrestati sono stati associati presso le rispettive abitazioni, per ivi rimanervi agli arresti domiciliari a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Non è escluso che gli stessi, dato il modus operandi messo in atto, si siano resi responsabili di analoghi reati commessi nel centro irpino e nei comuni limitrofi.
Tale attività coordinata dalla Procura della Repubblica di Avellino, costituisce un ulteriore tassello che potrebbe portare alla identificazione degli autori delle conseguenti attività di ricettazione della refurtiva. Proprio per tale motivo, contestualmente, i Carabinieri hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari nei confronti di ulteriori 10 persone, tutte con precedenti di polizia, gravitanti nell’ambiente delinquenziale specifico. Determinante è stata anche in questo caso, al di là degli accertamenti investigativi e tecnici esperiti dai Carabinieri, l’adozione da parte di una delle vittime di sistemi di videosorveglianza che hanno consentito, grazie alla conoscenza del territorio da parte dei militari operanti, di individuare dapprima un autore e mediante le ulteriori indagini gli altri due complici.
Pertanto, l’invito rivolto ai cittadini è quello, ove possibile, di dotare le proprie abitazioni di tali sistemi di allarme e videosorveglianza che sono utili sia come prevenzione sia anche in ausilio per le investigazioni, allarmi che, gratuitamente, possono essere collegati anche alle centrali delle Forze dell’Ordine.