Un progetto inaugurato nel lontano 2010 dall’allora ex sindaco Pepe e assessore Damiano, ad oggi si presenta come un luogo che cosnerva tutte le ferite di quel dramma che Benevento ancora non dimentica e a pochi giorni dal “terzo compleanno” di quella notte, le telecamere di Labtv sono ritornate nel parco. Fango, detriti, alberi spezzati, marciapiedi e cancelli divelti che giacciono lì in attesa che qualcuno intervenga. A far rivivere quel luogo diventato oggi un bosco tetro e cupo, ci pensa la Lipu con le passeggiate e le escursioni, ma tutto ciò non basta. Nel febbraio di quest’anno anche un furto sventato dai carabinieri che beccarono due giovani mentre rubavano una scala, tenaglie e un levachiodi. La zona di sera è impraticabile e buia e questo favorisce la presenza di tossicodipendenti che si appartano, qualche coraggioso corridore che vuole passare qualche ora di relax e coppiette in cerca di intimità, per non parlare di rifiut gettati dagli incivili davanti ai cancelli. Il tutto facilitato da una inferriata divelta che facilita l’ingresso al parco archeologico. Nulla resta dunque se non la terza candelina dall’alluvione spenta, scarpe sporche di fango, fondi regionali ancora inesistenti e promesse non mantenute.