Mancata riscossione dei canoni idrici da parte di dirigenti e amministratori dell’Alto Calore e conseguente presunto danno erariale: la Procura della Corte dei Conti della Campania ha chiuso l’istruttoria relativa alle indagini condotte dalle Fiamme Gialle. 13 le citazioni già disposte dal magistrato che ha coordinato l’attività investigativa, il vice procuratore generale, Ferruccio Capalbo, 3 le archiviazioni che riguardano l’ormai ex presidente della partecipata che gestisce il servizio idrico in Irpinia e parte del Sannio, Lello De Stefano, l’ex componente del cda, Maria Lucia Chiavelli e il funzionario che coordinava uno degli uffici di gestione delle utenze tra il 2011 e il 2014, il sindaco di Altavilla Irpina, Mario Vanni. Per loro tre la Procura ha stabilito che non hanno contribuito a determinare lo stato di danno,
Le indagini si sono concentrate nel periodo 2008-2012, prima dell’ingresso di De Stefano a corso Europa, passando al setaccio circa 8000 tra bollette e solleciti di pagamento. All’avvio di questa inchiesta il monte crediti dell’Alto Calore era di circa 57 milioni di euro.
A giudizio, dunque i 13 tra dirigenti e vertici della società che hanno già ricevuto anche la richiesta di risarcimento del danno. Si tratta dell’ex direttore generale Eduardo Di Gennaro, il dirigente amministrativo Francesco Gallo, l’ex dirigente responsabile del coordinamento delle attività per la sede di Benevento Oreste Montano, il dirigente tecnico Antonio Spiniello, l’ex presidente Franco D’Ercole, gli ex consiglieri del cda Eugenio Abate, Ilario Spiniello, Fernando Errico e Gennaro Santamaria, l’ex presidente e revisore dei conti Attilio Santoro, e gli ex revisori Maria Pastore, Floriano Panza e Pellegrino Vassallo.