La cronaca è quella del 7 aprile 2017, quando Michele Tornatore viene ritrovato carbonizzato in un’auto in una discarica a Contrada in provincia di Avellino. Il 62enne prima di essere dato alle fiamme fu ammazzato con due colpi di pistola, al torace e alla testa. Oggi il processo, in cui il figlio della vittima ha attaccato l’uomo che avrebbe preso parte all’omicidio del padre.Si tratta di Francesco Vietri il 54enne di Montoro, accusato di aver concorso nell’omicidio e nella distruzione del cadavere di Michele Tornatore Nell’udienza con il figlio della vittima sono emersi problemi avuti dal padre con Vietri già a fine anni 90 legati a questioni di prestiti ricevuti. Il figlio della vittima ha sottolineato inoltre che il padre lo aveva messo in guardia “Vietri è pericoloso” le sue parole.
“Con Michele eravamo amici,Non ho mai prestato soldi a nessuno tantomeno a Michele, non so perchè mi stanno facendo questo, sono innocente”. Queste le parole di Francesco Vietri che si difende. Per lo stesso crimine è accusato anche Pasquale Rainone, il 30enne di Fisciano.La vicenda complessa è ancora al vaglio degli inquirenti, che continuano ad indagare. Intanto i carabinieri del nucleo investigativo di Avellino e quelli del reparto superiore di Napoli hanno ricostruito parte delle indagini. Dettagli macabri restituiscono la scena del crimine, consumata in una discarica: “la vettura distrutta dalla fiamme, pochi resti, una collana di metallo spezzata in due parti, un orologio in acciaio, un’ascia, la lama di una sega, una macchina fotografica distrutta dal fuoco”.I dettagli raccontati da un maresciallo. Nello stesso sopralluogo furono ritrovati anche un proiettile sulla schiena del cadavere.
Nell’udienza emergono dettagli anche dell’ispezione al deposito dove i carabinieri trovarono un bossolo. Nel locale,tracce di sangue. Poi la fuga di Vietri dopo il sopralluogo e l’inseguimento.Vietri si costituì il giorno dopo.La perizia del medico legale sui resti di Tornatore conferma che sul corpo vi erano due fori compatibili con un’arma da fuoco, ma resta impossibile individuare la posizione di chi ha sparato, visto che le fiamme hanno reso le ossa calcinate e friabili e il corpo di Tornatore, ritrovato nel bagagliaio, si è carbonizzato a 1200 gradi. Nelle ultime settimane è stato eseguito un nuovo sopralluogo nel capannone di Vietri. I carabinieri hanno raccolto altre tracce di DNA poi inviate al laboratorio dei Ris di Roma. Attualmente sono tre gli altri indagati con l’accusa di aver concorso nell’omicidio di Michele Tornatore.Il figlio lancia l’appello “Vogliamo la verità”.