Dovrà comunque dimostrare la sua innocenza davanti ai giudici, ma intanto, sono stati revocati gli arresti domiciliari per Vincenzina Taddeo la 49 enne accusata, insieme con il marito, di maltrattamenti nei confronti di un ragazzo disabile. Era lo scorso 2 marzo quando i carabinieri di San Giorgio del Sannio liberarono, in seguito a diverse segnalazioni dei cittadini, un 37 tenuto segregato in un deposito che si trovava proprio nei pressi dell’abitazione dei coniugi. La Taddeo e il marito Pompeo Masone furono arrestati e accusati di sequestro di persona, circonvenzione di incapace e maltrattamenti in famiglia. “L’incidente probatorio tenuto davanti al GIP Cusani – spiega l’avvocato della donna Gerardo Giorgione – ha avuto un esito favorevole alla mia assistita. Di certo- prosegue il legale – rispetto a tale reato sia il comportamento della donna che l’esito dell’incidente probatorio hanno dato la possibilità di ricostruire i fatti e quindi consentire di evitare la misura limitativa della libertà che – conclude l’avvocato Giorgione – va considerata a tempo e non come anticipazione di pena”. Secondo le accuse, il ragazzo disabile era costretto dai suoi presunti aguzzini a vivere in condizioni disumane all’interno di questa baracca e addirittura a lavorare come parcheggiatore abusivo per conto della coppia. Di notte poi, veniva rinchiuso a chiave ed è proprio lì che i militari lo trovarono il giorno dell’irruzione nella struttura. Una storia di presunta sorpraffazione e disumanità tra le mura domestiche, una storia per la quale i coniugi dovranno dimostrare la loro estraneità.
