Il segretario provinciale di Avellino del Sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria, Attilio Russo, scrive al direttore della casa circondariale di Ariano Irpino, Gianfranco Marcello, e per conoscenza al Provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria, al segretario Sappe regionale e quello arianese. Un accorato appello e, allo stesso tempo, una denuncia per chiedere di prendere provvedimenti concreti dopo gli episodi di violenza delle scorse settimane e potenziare il personale, insufficiente per mantenere la sicurezza nella struttura detentiva. Ecco la nota.
“Con profondo rammarico, questa O.S. è ancora una volta costretta a segnalare le disastrose condizioni lavorative del personale di Polizia Penitenziaria dell’istituto arianese. A seguito degli spiacevoli e gravissimi episodi del 11 e 13 giugno 2018, duole evidenziare che il personale, in particolare quello che presta servizio presso le sezioni detentive, è stato abbandonato al proprio triste destino in considerazione del fatto che nessun intervento riorganizzativo è stato posto in essere per arginare tutte quelle problematiche che sono state più volte denunciate dalla scrivente sigla sindacale. Dalle informazioni ricevute risulta che il personale assente non viene sostituito sui posti di servizio e il personale presente è costretto ad assicurare l’attività di vigilanza su più posti di servizio e non solo su sezioni ubicate sullo stesso piano ma anche su piani diversi (vedi addetto alla vigilanza della rotonda primo piano Vecchio Padiglione che, oltre allo smistamento del transito sulla rotonda deve vigilare sulla 3° e 4° sezione e deve allontanarsi dal posto di servizio per vigilare sui movimenti della 5° sezione ubicata a piano terra).
Analoga condizione per l’addetto alla vigilanza presso la rotonda secondo piano che oltre alla 1° e 2° sezione deve vigilare anche presso la sezione infermeria. Senza parlare della garitta passeggi che sembra essere un “ vero e proprio
contenitore per bollire”: in questo caso, al personale di Polizia Penitenziaria, non è assolutamente possibile svolgere il proprio servizio in tal luogo, dove la temperatura interna sembra proprio non essere conforme alle disposizioni di legge vigenti ( L.81/08 ).
Ci saremmo aspettati che i tragici eventi già richiamati avessero risvegliato quel necessario rigore nella riorganizzazione dei turni di servizio del personale di Polizia Penitenziaria con l’obiettivo di assicurare un miglioramento delle condizioni lavorative ed una maggiore sicurezza dello stesso personale nello svolgimento dei
delicati compiti istituzionali. Ciò non è accaduto e il personale ha perso ogni speranza di vedere le proprie condizioni di lavoro migliorate. Ogni aspettativa è rimasta disattesa e a nulla è servito il trasferimento dei detenuti che si sono resi responsabili della rivolta perché all’interno delle sezioni, i detenuti, così come avviene sul territorio laddove abitualmente delinquono, si sono già riorganizzati avendo anche loro constatato che, per quanto concerne il
mantenimento dell’ordine e della sicurezza dell’istituto, nulla è cambiato!! Il personale di Polizia Penitenziaria, scoraggiato, ci chiede e noi lo chiediamo a voi: Cos’altro di ancor più grave deve succedere affinché chi di competenza adotti le giuste misure per contrastare l’insorgere di simili criticità???
Dalle segnalazioni ricevute emerge come nota dolente che risultano assegnati tre/quattro funzionari appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria e n. 5 appartenenti al ruolo degli ispettori e un sovrintendente e nonostante questo non si riesce a riorganizzare il servizio di sorveglianza generale che in virtù dei compiti assegnati dovrebbe essere il primo punto di riferimento del personale in servizio. Altri posti di servizio, risultano nella maggior parte scoperti e assenti. Nonostante i gravi episodi accaduti non risultano presi alcun provvedimenti che possa migliorare la situazione precaria della casa circondariale di Ariano Irpino. Premesso quanto sopra, si confida in un’immediata risoluzione delle criticità citate e si coglie l’occasione per porgere auguri di buon lavoro”.