Oltre tre ore di interrogatorio per Paolo di Donato finito ai domicliari nell’inchiesta sulla gestione di alcuni centri per immigrati nel Sannio. Davanti al gip Gelsomina Palmieri e alla presenza degli avvocati Nazzareno Fiorenza e Pietro Farina, il 48enne di Sant’Agata dei Goti si è difeso dalle accuse mosse nei suoi confronti.
Per quanto concerne la sua posizione all’interno del “Consorzio Maleventum”, Di Donato ha precisato che tra il 2015 e il 2016, periodo dei fatti, occupava un ruolo dirigenziale dedicandosi ai rapporti con la Prefettura per ciò che riguardava il prelievo degli immigrati al porto di Napoli e le relative procedure di collocamento nei diversi centri. Sulle false presenze, invece, errore da attribuire ai responsabili delle strutture. Chiesta dai legali la revoca o l’attenuazione della misura cautelare. Ha respinto ogni addebito anche Giuseppe Pavone, dipendente del ministero della Giustizia, per il quale l’accusa è truffa in materia di permessi di lavoro. Rinviati a mercoledì gli interrogatori del funzionario della Prefettura, Felice Panzone, del carabiniere Salvatore Ruta, e di Angelo Collarile, gestore di un centro di accoglienza.