La parola d’ordine era “passate la cera”, con questo codice Felice Panzone, funzionario della Prefettura di Benevento, avvertiva i centri d’accoglienza per migranti dell’arrivo dei controlli. Un sistema fraudolento ben articolato che si avvaleva di infiltrazioni interne all’Arma dei Carabinieri per favorire l’andamento illecito di 13 centri d’accoglienza nel beneventano. L’indagine conclusa oggi con 42 indagati, ha visto anche l’arresto di Paolo Di Donato definito dalle stesse Forze dell’Ordine “l’uomo della ferrari” ex amministratore del consorzio che gestisce diversi centri di accoglienza tra cui quello di Sant’Agata de Goti. Con lui ai domiciliari un dipendente del Ministero della Giustizia, Giuseppe Pavone, il funzionario della Prefettura di Benevento Felice Panzone (poi trasferito) il carabiniere Salvatore Ruta e Angelo Collarile.Il sistema che illecitamente lucrava sulla gestione dei migranti, era favorito dalla collaborazione del funzionario della Prefettura, che mediante escamotage, consentiva al Di Donato l’assegnazione di un numero di migranti ben superiore a quello realmente predisposto dalla struttura.Un giro d’affari con introiti di circa 1 milione di euro, in cui persone extracomunitarie ospitate nelle case d’accoglienza erano costrette a vivere in condizioni pietose, in molti casi senza le principali misure igieniche strettamente necessarie. Veri e propri tuguri dove anche 10 migranti venivano “stipati” in stanze che ne potevano ospitare solo 4 con servizi igienici insufficienti. Inoltre ai migranti venivano sottratti anche i pocket money. L’indagine cominciata nel 2015 in seguito ad una segnalazione di un cittadino,ha fatto emergere il coinvolgimento del carabiniere infedele, che avrebbe rivelato segreti d’ufficio e messo in guardia gli indagati.L’operazione condotta dalla Digos della Questura di Benevento con i Carabinieri di Benevento e il Nas di Salerno ha consegnato alla giustizia i responsabili di un sistema legato a doppio filo tra i due principali protagonisti di questa vicenda, Panzone e Di Donato. Quest’ultimo riusciva ad ottenere anche più fondi di quelli previsti, omettendo la comunicazione dell’allontanamento di alcuni migranti, con la copertura di Panzone, che in cambio chiedeva posti di lavoro e altri favori personali. Una Conferenza stampa presso la Procura della Repubblica di Benevento ha illustrato tutti i dettagli della vicenda e dell’operazione investigativa.