La Procura della Repubblica di Benevento ha aperto un fascicolo , per comprendere le dinamiche che hanno portato alla morte di una bambina appena dopo il parto, all’Ospedale Rummo.
La brutta vicenda, che si teme possa assumere i connotati di una storia di mala sanità, è iniziata alle ore 20.00 del 21 maggio, quando la giovane mamma dopo la “rottura delle acque” è corsa in ospedale. Il parto non è stato semplice, tanto che dopo un primo tentativo di far nascere la piccola naturalmente, si è deciso di procedere con il “parto cesareo” avvenuto alle ore 8.00 di questa mattina, presupponendo che vi fosse ancora il battito cardiaco. Stando alle prime ricostruzioni e testimonianze del personale medico e paramedico presente in sala parto, la donna avrebbe avuto un collasso con conseguente principio di emorragia, ed è stata sottoposta a delle trasfusioni di sangue. La bambina sarebbe nata bradicardica. I medici hanno tentato di salvare la neonata che purtroppo non ha più risposto alle manovre di rianimazione. Un dramma assurdo che investe una giovane coppia, che in queste ore avrebbe dovuto solo vivere un momento di gioia. Gli inquirenti stanno cercando di capire se vi siano responsabilità legate a scelte di natura tecnica per il parto,se i sanitari erano a conoscenza di un precedente aborto con raschiamento, e se questo particolare avrebbe in qualche modo richiesto per prassi, un parto cesareo. Ci si domanda come mai i medici abbiano atteso 12 ore dal momento della rottura delle acque, per procedere all’intervento chirurgico per far nascere la piccolina.La vicenda rimanda automaticamente ad una riflessione circa le procedure mediche in sala parto,negli ospedali beneventani per molti anni si sono praticati interventi di parto cesareo che erano diventati la norma, oggi molte donne partoriscono naturalmente,con travagli inenarrabili dove non viene praticata neanche l’epidurale. Cosa non funziona? Forse sarebbe il caso di rivedere l’organizzazione sanitaria legata all’ostetricia e permettere anche la scelta consapevole di come voler partorire. Al di la delle supposizioni e dell’indignazione, restano i fatti. Il corpicino della bambina è ora a disposizione dell’autorità giudiziaria, per le indagini e per capire se vi siano responsabilità da parte del personale del nosocomio beneventano. La Digos ha sequestrato la cartella clinica, mentre si è in attesa della nomina di un medico legale esterno.Ora la fase più tragica,toccherà ad uno psicologo nella giornata di domani, comunicare la notizia alla giovane mamma, che ancora non sa di aver perso la propria bambina.