Era stato ribattezzato “Mister 2.000 euro”. Dispensava documenti falsi in cambio di soldi, circa 2.300 euro. A scovarlo, alla fine dello scorso mese di ottobre, un servizio di Striscia La Notizia, con Luca Abete. Dopo un paio di giorni, partì la denuncia della Cisl, il sindacato – che dalle indagini emerge chiaramente non essere coinvolto – presso cui il “Mister” era collaboratore e presso cui aveva stabilito la sua “base”. Antonio Perillo ora è agli arresti domiciliari. Dopo mesi di indagini, la Procura di Avellino ha emesso un’ordinanza applicativa della misura cautelare eseguita dai Carabinieri. Il provvedimento è stato emesso dal G.I.P. del Tribunale di Avellino per il reato di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio.
Le indagini partirono quasi subito. Si ricorderà, tra le altra cose, il sopralluogo dei carabinieri presso la sede della Cisl e presso l’abitazione di Antonio Perillo agli inizi di novembre Nella sede dell’organizzazione sindacale, i carabinieri avevano consultato diversi faldoni e portato via il computer sul quale lavorava abitualmente l’ex collaboratore.
Le indagini, a detta del Procuratore capo, Rosario Cantelmo, hanno subito dei rallentamenti proprio per la messa in onda del servizio da Canale 5. L’attività si è concentrata, in particolare, su un doppio certificato falso rilasciato dal Perillo ad una signora. L’ex collaboratore del sindacato, dietro pagamento di circa 2300 euro, avrebbe garantito un attestato necessario ad essere inserita nelle graduatorie di supplenza del personale scolastico Ata, ma anche un documento di certificazione delle competenze informatiche.
La cosa più inquietante è che la “attività” di Perillo è andata avanti anche dopo il clamore iniziale della vicenda. L’uomo non è fermata davanti a nulla. A causa del “calo” degli affari, offriva uno sconto del 50%. “Ancora più inquietante – ha detto Cantelmo – è che nemmeno una persona è venuta da noi con l’intento di collaborare. Ci si preoccupava soprattutto e soltanto di far sparire le carte”.
Nei guai è finito anche il proprietario di un istituto privato di Avellino che rilasciava i falsi attestati. Le indagini proseguono, gli inquirenti sono certi che possano esserci altri casi sospetti ed altre persone coinvolte.