A nulla sono valsi i soccorsi prestati dal personale di polizia penitenziaria e dal sanitario, che ha riscontrato il decesso dello sventurato. Ancora una tragedia in carcere nell’indifferenza del ministero della giustizia e del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria che hanno altro a cui pensare, evidentemente”.
Donato Capece, segretario generale dello stesso sindacato, ricorda i suicidi avvenuto in pochi giorni “a Roma Regina Coeli, Terni, Milano San Vittore ed ora anche a Benevento. E due poliziotti penitenziari si sono tolti la vita, a distanza di poche settimane, a Padova e a Tolmezzo. Questi sono i drammi umani che vivono le carceri, ma il ministero della giustizia e il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria pensano ad altro. Pensano a mortificare le professionalità acquisite dal personale di polizia penitenziaria, pensano al sesso in cella, pensano ad allargare la vigilanza dinamica che vuol dire dare le carceri in mano ai penitenziari a tutto discapito della sicurezza.
E pensano ad aumentare dell’80% lo stipendio dei detenuti che lavorano senza pensare che la polizia penitenziaria ha un contratto di lavoro scaduto da 10 anni, donne e uomini che vivono i drammi del carcere in prima linea mentre ministero della giustizia e Dap pensano a come dare il colpo finale alla sicurezza tra le sbarre. Loro parlano e noi poliziotti, sempre meno e sempre più stanchi e stressati, dobbiamo reggere sulle nostre deboli spalle un sistema penitenziario allo sfascio per colpa della irresponsabilità di pochi colletti bianchi”.