Flans te alo, soffiando ti alimento. La fontana difronte la Prefettura continua ad essere scambiata per una pattumiera dall’inzivado di turno, per dirla lonardianamente. Il bello o il brutto è che l’inzivado è in continuo, inarrestabile aumento e ormai tende alla perpetuazione della sua specie, incurante degli appelli accorati e degli inviti alla civiltà. E allora nel salotto buono della città, a due passi da Santa Sofia, lo spettacolo che si presenta è davvero irritante. La vasca è costellata di ogni lordura e fa rabbia vedere a pochissima distanza i contenitori che non chiedono altro se non di essere riempiti di quelle cose che invece finiscono in acqua per la delizia di qualche coglionazzo. Che sa bene di insozzare la città ma se ne fotte. In mancanza di controlli e di manutenzione, il dissesto non è parva materia, i suoi effetti si vedono anche da queste cose, ci sarebbe bisogno di maggiore senso civico ma così non è. E allora proseguiamo a raccontare di fontane lerce e di strade deiettate, di palazzi e chiese che diventano diari all’aperto per amori impossibili o in fase nascente, di monumenti imbrattati per il godimento del classico analfabeta in vena di folgorazioni poetiche.