Nel corso dei vari accertamenti, gli uomini dell’Arma hanno riscontrato diverse inadempienze ed irregolarità da parte dei gestori e per tali ragioni si è giunti al sequestro dell’area. Numerose le violazioni riscontrate e tra esse:
– l’assenza o non conformità al progetto delle opere per la bonifica del sito inquinato;
– l’assenza del pozzo per l’estrazione di acque profonde inquinate da metalli pesanti (amminearomatiche e clorobenzene);
– l’assenza di torce di autocombustione necessarie per l’eliminazione del biogas proveniente dal corpo rifiuti (con potenziale immissione di gas nell’ambiente circostante);
– l’assenza dell’impianto fotovoltaico (previsto dal progetto) necessario al funzionamento delle elettro-pompe sommerse, finalizzate al sollevamento del percolato ed alla raccolta delle acque contaminate, con potenziale compromissione dei terreni e valloni adiacenti, nonchè della falda idrica profonda.
Il Procuratore Capo, dott. Aldo Policastro e quello Aggiunto, dott. Giovanni Conzo, hanno dunque richiesto la convalida del sequestro. Sono in atto ulteriori approfondimenti.