E in tutto questo il prefetto Paola Galeone, per trovare un compromesso, ha trasferito i richiedenti asilo al Bei Park Hotel, in località Epitaffio ad Apollosa. Scelta non gradita dal sindaco Marino Corda che minaccia scioperi se entro pochi giorni non si troverà una nuova collocazione ai migranti. In tutto questo l’associazione “Altrabenevento” parla di “mediatori che ci sarebbero dietro presunte trattative per fini privati” denunciando la presenza di numerosi centri non a norma e in condizioni igienico sanitarie precarie sul modello Madonna della Salute. Tipo Molinara e Durazzano, quest’ultimo con tanto di ordinanza comunale di abbattimento per il piano superiore risultante abusivo. E dulcis in fundo Paolo Di Donato, considerato il businessman dei migranti, fondatore del consorzio Damasco che gestisce gran parte dei centri nella provincia sannita e che si dichiara come un semplice collaboratore esterno.
Compito non semplice per il Prefetto Galeone che dovrà fare i conti in un tavolo al fianco dei livelli istituzionali regionali, provinciali e locali. Numerosi interrogativi saltano alla mente. Come è possibile permettere attività di gestione immigrati con strutture non norma? A chi attribuire la responsabilità delle agibilità, rivelatesi fasulle, per le strutture poi sequestrate? Palla che rimbalza tra magistratura, Prefettura, Ministero e Comuni.