VITULANO – Il sindaco Raffaele Scarinzi, del Partito democratico, dice no a nuovi arrivi di migranti ed emette un’ordinanza che impone un blocco fisico, con un cumulo di terra, all’unica strada di accesso alla struttura ricettiva, poi raggiunge un’intesa con la Prefettura sul numero dei rifugiati da accogliere, che scendono da 34 a 12. Il blocco viene allora rimosso ma alla fine giunge anche la decisione del prefetto di chiudere la struttura privata. ”A Vitulano restano solo i 30 immigrati che dal 2013 sono ospitati nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati” annuncia il sindaco.
Un’azione forte quella del primo cittadino di Vitulano che fa da cornice ad un quadro alquanto complesso. Infatti i richiedenti asilo spediti nella struttura vitulanese provenivano dal centro “Damasco 13”, in via Madonna della Salute a Benevento, della cooperativa Maleventum – consorzio fondato da Paolo Di Donato considerato il businessman dei migranti – sequestrata dalla Procura per inagibilità con tanto di indagati per falso e truffa. Stessa sorte per il centro “Damasco 7”, in via San Chirico sempre a Benevento, qualche settimana prima sempre facente capo a Maleventum con immigrati provenuti da Sant’Agata de’Goti e dalla stessa Vitulano perchè strutture non idonee. Insomma una ragnatela fitta e poco chiara la vicenda migranti in provincia. O meglio: un cane che si morde la coda.