All’origine della protesta la volontà da parte dei profughi di restare nel centro, ma è subentrata l’impossibilità visto che la struttura ad oggi, ufficialmente, è chiusa con tanto di ordinanza della Prefettura risalente al 14 gennaio.
Al nostro arrivo sul posto subito Di Donato si smarca manifestando la volontà “di ospitare a titolo di volontariato i richiedenti asilo nella struttura” in quanto quella “risulta casa sua”. Dall’altro lato i richiedenti asilo oltre a lamentare cattive condizioni di sopravvivenza – provateci con tanto di video -, all’assenza del pagamento da mesi del “poket money” (la paga giornaliera spettante per diritto), non vorrebbero ulteriormente cambiare location in quanto già ne avrebbero cambiate di numerose.
Ma al di là della diatriba tra le parti il dato ufficiale è incontrovertibile: la struttura non è adibita ad ospitare i migranti in quanto nata come conigliera e non condonata e il proprietario – il fratello del presidente del consiglio comunale Luigi De Minico – per sanare al vicenda edilizia deve versare ben 103 mila euro. Una parte, poco più di 33 mila euro, sarebbero stati versati lo scorso novembre, ma la ricevuta all’ufficio edilizio non è pervenuta.
Alla domanda sul condono Di Donato si innervosisce negandosi ai nostri microfoni e intanto l’arrivo del Vice Questore vicario Enzo Raimo sul posto rende la complessità della vicenda.
“Questa struttura per lo stato non esiste” – le parole di Raimo ai richiedenti asilo -, “dobbiamo trovare una soluzione nell’immediato”.
Chiare le intenzioni in una vicenda con tanti punti oscuri. la procedura ordinaria dovrebbe essere quella del trasferimento dei 25 richiedenti asilo in una struttura in regola – si parla di Sant’Agata d’Goti – previo identificazione in Questura.
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