Quel 28 luglio del 2013 in molti, logicamente furono testimoni di quella sciagura, ed oggi nella sesta udienza in Corte d’Appello al tribunale di Avellino, si sono ascoltate le deposizioni dei conducenti delle automobili che transitarono in quel momento.
Maria Cristina Perna sostiene di aver assistito alla perdita di gb pezzo sull’asfalto (evidentemente il giunto cardanico, ndr.) con “un cambio repentino di rotta del pullman”.
Alessandra Del Mauro parla, invece, di “un pezzo visibile con delle schegge sull’asfalto”. la signora era alla guida della Lancia Y che precedeva immediatamente il bus e continua. “Alla vista di quel pezzo mi sono fermata, come tutti. Eravamo l’unica macchina che seguiva il pullman e dopo ho visto che il veicolo ha iniziato a sbandare visibilmente”. Alla domanda del giudice Luigi Buono se avesse seguito, dopo essersi fermata, la traiettoria del pullman, la testimone Del Mauro sostiene che “si era spostato sulla corsia di emergenza, senza il comando dei freni, ad una velocità che aumentava”.
È la volta del medico legale che all’epoca identificó le salme, la dottoressa Carmen Sementa, e che esaminó anche il corpo del conducente Ciro Lametta. “Il signor Lametta è deceduto per un trauma cranico inerente la precipitazione – sostiene. “Non era sotto effetto nè di alcol nè di stupefacenti. Nell’ambito dell’autopsia riscontrammo un’ emorragia encefalica, con frattura dell’addome. Tale lesività ne provocó la morte”.
Stefania Iuliano, esperta di grafologia giudiziaria, afferma che la firma di Vittorio Saulino – il responsabile della Motorizzazione civile che autorizzó la revisione del veicolo – era autentica.