S. MARTINO V.C. – Dopo un serrato braccio di ferro tra accusa e difesa, torna nuovamente libero il noto pregiudicato caudino, Caliendo Clemente.
Infatti, nella tarda serata di ieri, il Tribunale del Riesame di Napoli – 8° sezione penale-, ha definitivamente annullato l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Napoli, su richiesta della Procura distrettuale antimafia partenopea.
Come si ricorderà, all’alba dello scorso 4 novembre, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Montesarchio hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, emessa dal Gip di Napoli, traendo in arresto il noto pluripregiudicato Clemente Calinedo, 58enne di San Martino Valle Caudina, esponente di spicco del Clan Pagnozzi, ed il pregiudicato Vincenzo D’Onofrio, 48enne di Arpaia.
Il 21 novembre, il Tribunale del Riesame di Napoli, condividendo le argomentazioni della difesa del Caliendo, l’avvocato Valeria Verrusio del Foro di Avellino, aveva disposto la perdita di efficacia della misura della custodia cautelare in carcere.
Dopo soli tre giorni di libertà, il 24 novembre scorso, il boss Caliendo è stato raggiunto da un nuovo ordine di cattura, disposto sempre su richiesta della Dda di Napoli.
Proposta un’immediata ed ulteriore richiesta di riesame da parte dell’avvocato Valeria Verrusio, il Tribunale della Libertà si è nuovamente pronunciato ieri, annullando integralmente l’ordinanza di custodia in carcere emessa nei confronti del Caliendo.
I fatti prendono spunto dalle indagini effettuate dai Carabinieri del Nucleo operativo di montesarchio che, durante circa due anni di indagini, hanno raccolto gravi e inconfutabili elementi di colpevolezza nei confronti dei due uomini, già noti per i loro trascorsi penali, per il reato di estorsione in concorso con l’aggravante del “metodo mafioso” commesso in danno di due imprenditori caudini, titolari di un esercizio commerciale di Airola.
Gli arrestati sono accusati di estorsione finalizzata a rafforzare il clan camorristico Pagnozzi operante in Valle Caudina.
I due, infatti, avrebbero costretto i due imprenditori a consegnare loro somme di danaro quale contropartita di un interessamento presso alcuni rivenditori per ottenere la rinuncia al credito.
Il 7 maggio scorso, proprio a seguito delle prime indagini, il D’Onofrio veniva tratto in arresto ad Airola subito dopo aver intascato la busta contenente una “mazzetta” di 500 euro in banconote, ritrovati nei calzini dello stesso, nel corso della perquisizione personale.
Dalle più recenti investigazioni era emerso che D’Onofrio si era servito della presenza e della fama del noto pregiudicato Caliendo, storico esponente di spicco del Clan Pagnozzi, per intimorire le vittime dell’estorsione.
All’esito di tale ulteriore decisione, Caliendo ha lasciato la casa circondariale di Benevento ed è ora a piede libero.