FRIGENTO – Sterminò la famiglia a colpi di ascia. Era il 12 novembre di un anno fa quando Ivano Famiglietti, giovane di Frigento, trucidò con 15 colpi d’ascia il padre e con 13 la madre. Una comunità sconcertata per quel ragazzo introverso, chiuso in se stesso e che all’improvviso esplose in quel raptus che mai nessuno avrebbe potuto immaginare. Un raptus letale quanto macabro per i familiari.
Un ragazzo da sempre misterioso e affascinato da un “lato oscuro”. Basta visitare la sua pagina Facebook che si intravede tutta – se vogliamo così dire – l’inquietudine di chi insegue un mondo orientato al caos.
Dopo il folle gesto, avvenuto in una strada deserta del comune di Frigento, via Amendola per la precisione – Ivano venne interrogato, ma lui sosteneva di non ricordare nulla di quel giorno. Ad ogni modo il il giudice Giovanni Francesco Fiore, in sede di udienza preliminare, ha avanzato una nuova perizia psichiatrica.
L’accusa mossa contro Famiglietti è di duplice omicidio con le aggravanti di futili motivi per aver commesso il gesto. L’avvocato difensore di Famiglietti, Gerardo Testa, ha chiesto il rito abbreviato, ma il giudice ha deciso di nominare un tema di esperti: il criminologo Alberto Crisci di Salerno, lo psichiatra Antonio Iaccarino e la psicologa Nicoletta Sansone.
In quel 12 novembre Ivano venne considerato “socialmente pericoloso per se stesso e per gli altri” e “capace di difendersi utilmente e di partecipare coscientemente al suo processo”. A distanza di un anno il collegio potrà valutare le condizioni psichiche dell’accusato. L’udienza è fissata per il 10 gennaio 2017 mentre il collegio peritale inizierà le operazioni il 19 novembre, presso il carcere di Sant’Angelo dei Lombardi, a partire dalle 10:30.