“I napoletani della Tuscolana”, alias gli aderenti al clan Pagnozzi, una delle cosche più organizzate e temibili dell’intera Campania. Nei confronti di 32 affiliati di questo clan il Pm della Procura della Repubblica di Roma Alessandro Di Taranto ha chiesto condanne per complessivi 400 anni di carcere. La requisitoria della Pubblica Accusa si riferisce al processo che vede alla sbarra l’intero stato maggiore dell’organizzazione di cui era boss assoluto il defunto Gennaro Pagnozzi detto “o giaguaro”. Le accuse contestate dall’Accusa vanno dall’associazione di stampo mafioso, all’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, estorsioni, usura, reati contro la persona, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita, fittizia intestazione di beni, illecita detenzione di armi, illecita concorrenza con violenza e minacce, commessi con l’aggravante delle modalita’ mafiose e per essere l’associazione armata. Le condanne piu’ alte sono state chieste per Domenico Pagnozzi e Massimiliano Colagrande, 30 anni ciascuno, Marco Pittaccio, 26 anni, e Claudio Celano 22 anni. Il processo nasce dagli esiti di una maxi inchiesta che nel febbraio dello scorso anno porto’ gli inquirenti a ritenere di avere smantellato un’organizzazione per delinquere di matrice camorristica operante nella zona sud-est di Roma, impegnata in varie attivita’ illecite e capeggiata, secondo l’accusa, da Pagnozzi. Il ‘gruppo’, caratterizzato dall’integrazione tra persone di origini campane e noti criminali romani, avrebbe gestito lo spaccio di stupefacenti in alcune piazze della periferia della Capitale come Centocelle, Borghesiana, Pigneto e Torpignattara; durante le indagini sono emersi anche episodi di estorsioni e gravi intimidazioni per imporre il volere del clan e per recuperare crediti usurai anche per conto di terze persone. Secondo l’accusa, l’organizzazione avrebbe voluto monopolizzare anche il controllo della distribuzione delle slot machine in molti esercizi commerciali della zona Tuscolana-Cinecitta’. Nell’ambito della stessa inchiesta, altre sei persone sono state gia’ giudicate col rito abbreviato nel luglio scorso; furono condannate a complessivi 66 anni di reclusione dal Giudice per l’Udienza Preliminare.