All’indomani dell’assoluzione degli operai Irisbus la federazione di Rifondazione comunista irpina dice la sua.
«La sentenza di assoluzione decisa dal giudice monocratico del Tribunale di Benevento verso i trentadue imputati, operai dell’ex Irisbus e attivisti politici accusati di “violenza privata”, che picchettarono cancelli dello stabilimento per impedire la rimozione ordinata dai vertici della Fiat, di alcuni bus giacenti nei parcheggi della fabbrica, è un atto di giustizia che accogliamo con soddisfazione, poiché libera da dei pesanti carichi uomini e donne che in quei mesi difendevano semplicemente il diritto al lavoro. Tuttavia, restiamo fermamente convinti che la formula trovata, “esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto”, art. 131 bis del codice penale è inadeguata, perché in quella circostanza gli operai e quanti accorsero in loro sostegno, furono vittime dell’arroganza della Fiat che unilateralmente e dopo decenni di finanziamenti pubblici, decise di chiudere uno dei più importanti insediamenti produttivi di questa Provincia. Noi non dimentichiamo – continua – che quel gesto fu premeditato e utilizzato come arma di ricatto per costringere le organizzazioni sindacali a sottoscrivere il definitivo accordo di chiusura. Resta il rancore della sconfitta, rimane che l’arroganza padronale, per l’ennesima volta, ha calpestato la dignità e i diritti di un’intera comunità privandola tra l’altro di una fabbrica, molto ridimensionata e ancora chiusa, che con politiche industriali diverse avrebbe potuto garantire opportunità occupazionali e sviluppo economico».