L’operazione è partita da indagini approfondite – in seguito agli omicidi degli imprenditori Fortunato Miele e Francesco Basile, avvenuti nel 2013 -, ed ha visto l’arresto di Antonio Guerriero e Miele Girolamo condannati a vent’anni di reclusione per sequestro di persona a scolpo estorsivo, detenzione di armi da sparo aggravato dal metodo mafioso.
Da lì si è avviata una fitta ed attenta indagine iniziata con intercettazioni telefoniche che ha portato a sgominare una vera e propria organizzazione criminale che stava impiantando radici nel settore degli appalti edili.
Il comandante provinciale dell’arma dei carabinieri Franco Di Pietro.
Incastrati inoltre funzionari pubblici per turbativa d’asta e corruzione rei di aver manomesso le gare d’appalto con particolari metodi. In sostanza i dipendenti in cambio di mazzette da 10 e 20mila euro – distribuitegli in opuscoli pubblicitari delle imprese – emettevano delibere per posticipare le scadenze di partecipazione alle gare, in modo da mettere in condizioni le ditte “amiche” vicine all’organizzazione criminale di vincerle.
Al riguardo è esplicito Luigi Nocerino, comandante del Nucleo operativo.
Ancora sono scattati gli arresti domiciliari per Bernardo Natale, Vincenzo Noviello, Carmine Libertino, Luigi Esposito, Giovani Sanseverino.