BENEVENTO – Due donne di età e di pelle diversa, due vite spezzate ancora senza un perchè. Ester la prostituta nigeriana rivenuta senza vita uccisa con sei colpi di pistola da un mostro alle spalle del Parco Cellarulo in città e l’altra la piccola romena Maria, che a soli 9 anni ha dovuto fare i conti con la morte nelle acque di una tranquilla piscina di un resort di San Salvatore Telesino. Si cerca di fare luce su entrambi gli efferati omicidi, di due destini uniti da un unico centrale nemico la morte prematura.
Perchè morire a 10 anni come a 36 anni è roba da pochi, specie morire così atrocemente per colpa di qualche “uomo” sulla terra che di vita non ne avrà piu’ quando scatteranno le manette e la giustizia farà il suo corso. Cessare di vivere per annegamento e patire per dei colpi di pistola sul corpo già martoriato, questa sì che è atrocità. Le donne, ancora una volta sono vittime di violenza sessuale e barbarie, e in questi casi non conta l’età per chi ha un unico obiettivo: annientarti.
Ma distruggere il “sesso debole” con tanta ferocia, e non importa se hai una pistola in mano o la testa di una bambina che implora aiuto, questa è davvero roba per pochi, solo da killer spietati, che solo nei film si vedono. Ma questo non è un film.. ma la pura realtà.
Oggi non ci si ferma di fronte a nulla, neanche quando hai dinanzi una “creatura” che ha tutta la vita davanti a sè, neanche a due occhi spalancati che ti supplicano di vivere. Ester tra i cespugli, Maria in una piscina. Due corpi inermi, che non hanno fatto nulla, se non gridare aiuto ma nessuno le ha ascoltate. I loro nomi sono segnati, come i loro assassini ancora sconosciuti ma che hanno le ore contate, presto avranno un volto, e chissà che una volta presi, non abbiano la loro lezione di vita tra le sbarre.
Ester e Maria, due vite, due nomi, due destini, giustizia per loro.